Spoleto, Cannes, Ischia: stavolta sto con Oliverio


Se mai, tra cent’anni, andrò all’Inferno, ci andrò con i miei piedi: ovvero, io dico e scrivo quello che penso, senza fare sconti a nessuno, e senza badare se uno mi è o mi fu amico, o nemico o di altro partito: ammesso e non concesso io ne abbia uno, perché l’ultimo fu il MSI fino al 1994.
Hanno trovato da ridire che la Regione Calabria abbia speso 100.000 € per una manifestazione a Spoleto, con lo scopo di ottenere un’immagine positiva, bella, sana della nostra generalmente derisa e compianta penisoletta. Qualcuno si chiede se i soldi potevano essere spesi, che ne so, per migliorare la produzione delle patate o l’allevamento dei polli: e questo qualcuno ignora (voce di un verbo che possiede anche un participio) che se un fondo è destinato al turismo, non può andare alle frittole. Oppure a pioggia e alle sagre paesane, come tanti “qualcuno” erano abituati.

Due mesi fa, la Calabria ha mostrato a Cannes, in vetrina mondiale, il bellissimo e serissimo lavoro di Maurizio Paparazzo e Giovanni Scarfò, con U.N. e Daniela Rabia, voluto dalla Film Commission sul cineturismo calabrese; elenco ragionato dei film girati in Calabria dagli anni 1940, sullo sfondo della storia e della descrizione dei luoghi. Lo stesso lavoro è stato presentato a Ischia, nel festival specificamente dedicato al cineturismo. Il pubblico ha potuto vedere immagini, leggere storia e storie… e qualche produttore intelligente prima o poi penserà a girare una pellicola senza i soliti piagnistei, senza mafia… e senza cadere nel ridicolo di “Aspromonte”, pessimo prodotto.

Sì, stavolta sto con Oliverio; e ritengo, alla cieca, che i 100.000 euro siano stati spesi a proposito. Se anche spesi bene, non so, avrei dovuto esserci; ma ottima è l’intenzione. Ottimo è tutto ciò che liberi la Calabria dagli stereotipi creati… da una strega maligna, o dal nemico, pensate voi: ma no, dai Calabresi, che da sempre fanno di tutto per darsi la zappa sui piedi delle lamentazioni; salvo a inventarsi fandonie di una Magna Grecia di cui ignorano tutto però ne parlano come fosse una cara zia convivente in casa! O far sbarcare Ulisse in ogni spiaggia ionica e tirrenica: ahahahah! Spiaggia? Ma no: anche a Nardodipace; e non scherzo.

Ma 100.000 euro… Ebbene, la Giunta del mio ex, molto ex camerata Scopelliti, e del mio amico Caligiuri spese 9.000.000, nove milioni, una cifra 90 volte superiore, per i famigerati progetti antimafia (segue cena) delle scuole; foraggiando i miei colleghi e arricchendo una manica di sconosciuti e linguacciuti e sedicenti esperti di mafia… Tutte le scuole si tuffarono a pesce, e ogni giorno la RAI mostrava scuole in attività antimafia e senza studio, spacciando la cosa come voluta dai ragazzi che invece marinavano le lezioni; finché, finiti i soldi, della mafia non si parla più.

Ecco un esempio di come sperperare somme ben maggiori di una cena. Ho detto sperperare: sicuramente fu tutto legale e regolare; ma nove milioni (18 miliardi vecchie lire!) gettati al vento.
Poi Oliverio ha fatto anche Africo, un evidente fallimento pro quattro amici; amici, si fa per dire, se già da lì qualcuno mi scriveva per dirne male!!! Ma anche ad Africo, almeno l’intenzione era buona.
Sì, bisogna recuperare l’immagine della Calabria. Come?

1. Vietando per legge il lacrimatoio. Ma è impossibile, per legge! Lo so, ma basta non finanziarlo, e vedrete che tutti i piagnoni diventeranno improvvisamente allegri.
2. Insegnando la storia vera. Non è vero che gli unici avvenimenti importanti sono i monaci erroneamente detti basiliani, e la fucilazione di Murat. Io ne so tanti altri, però mi sono stufato di raccontarli gratis.
3. Recuperando i luoghi, senza scadere nel pittoresco di maniera.
4. Scrivendo letteratura vera. La letteratura vera non è buonista: immaginate i Promessi Sposi senza don Rodrigo, che angoscia; o la Divina Commedia senza Bonifazio VIII.
5. Girando film veri, con registi e attori veri, non i parenti di qualcuno o il prete di Polsi.
6. E anche la cucina: chi viene in Calabria e mangia calabrese, non se ne vorrebbe andare più. In Calabria si mangia: più si va a nord in Europa, e più, senza sapore, ci si “nutre”!

Sì, stavolta sto con Oliverio: ma non si vizi; stavolta!
Ah, un corollario: in ogni caso, meglio spendere i soldi che rimandarli a quegli esseri inutili di Bruxelles.

Ulderico Nisticò


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