Storia della Riforma Agraria nel Marchesato, il piano Marshall, il PNRR e l’autonomia differenziata


La lettura del libro ,“Storia della Riforma Agraria nel Marchesato di Crotone” , di Pasquale Iuzzolini, mi porta a fare alcune considerazioni sulle recenti vicende politiche . Iuzzolini , persona cordiale ed altruista,  appassionato di storia come egli afferma nel suo libro, imprenditore ed ideatore insieme ai suoi fratelli ,del brand, “ Tenuta Iuzzolini” , marchio con il quale produce vino di alta qualità conosciuto non solo in Italia ma anche all’estero, nel suo libro esamina con dovizia di particolari, immaginando un viaggio a ritroso nel quale lui è insieme spettatore e protagonista, la storia del recente passato della Calabria ed in particolare del Crotonese.

Egli indaga il passato raccontando la condizione civile e sociale dei baroni proprietari di vasti territori, di alcuni latifondisti e dei contadini e braccianti costretti a lavorare le   loro terre e a subire angherie ,  bizze ed ingiustizie di ogni sorta. 

Poi, si sofferma sul Piano Marshall ,  sull’istituzione della Cassa per il Mezzogiorno e sulla Riforma Agraria del Marchesato denominata O.V.S. ( opera di valorizzazione dell’ente Sila). Il Piano Marshall o piano per la ripresa economica europea doveva servire a sollevare l’economia disastrata dell’Europa nel dopoguerra. Degli ottocento miliardi circa stanziati per l’Italia solo una piccola parte furono assegnati alla Calabria. Quei soldi furono utilizzati per realizzare la Cassa per il Mezzogiorno e per l’istituzione dell’Opera di Valorizzazione Ente Sila. 

A tale Istituto fu devoluto il compito di espropriare i latifondi ed assegnarli in piccoli lotti ai contadini. Un piano ambizioso che prevedeva anche la costruzione delle abitazioni per i contadini, la realizzazione di alcuni opifici, la coltivazione della terra con mezzi meccanici rivoluzionando il sistema produttivo utilizzato fino ad allora. Rappresentanti istituzionali, Ministri, Presidenti del Consiglio in visita in Calabria si attribuirono i meriti di una riforma che avrebbe dovuto rivoluzionare e migliorare le condizioni di vita del Mezzogiorno e Della Calabria. In realtà gli stessi politici affossarono quella riforma favorendo l’industrializzazione del Nord a scapito di quella del Sud.

Oggi ,come allora, l’Italia affronta un’altra sfida dal nome particolare di PNNR.   La Comunità Economica Europea ha destinato circa 209 miliardi all’Italia per l’ammodernamento delle sue strutture e per ripianare il divario tra Nord e Sud destinando a quest’ultimo il 40% circa delle risorse stanziate. In realtà , a detta degli economisti, le risorse impegnate per il Sud sono di gran lunga inferiori.

Si parla di una sottrazione di circa 60 miliardi quasi a conferma che a distanza di più di mezzo secolo le cose non sono affatto cambiate, la logica rimane invariata: drenare soldi al Sud per assegnarli al Nord.  Uno scippo sistematico e miope che alla lunga penalizzerà   non solo il Sud , ma anche l’Italia sempre meno competitiva nei mercati internazionali.  

Tutto lascia presagire che non c’è la volontà politica di colmare il divario esistente. Ne è prova la proposta di legge sull’autonomia differenziata. Non convincono le motivazioni di alcuni secondo i quali essa sarà il grimaldello che consentirà di scardinare i tanti orpelli che ostacolano la ripresa del Sud.

A mio parere, invece, essa costituirà la pietra tombale del definitivo affossamento del Sud e della residua speranza di una sua ripresa. Il gap esistente a tutti i livelli non solo non verrà colmato, ma aumenterà nel silenzio colpevole e nell’inerte accettazione della proposta legislativa di gran parte della classe politica meridionale, rispetto invece alla protesta di tanta gente comune , di tanti sindaci ed di alcune autorità ecclesiastiche.

Ritornano le considerazioni che Iuzzolini fa nel suo libro, la cui lettura consiglio a chi abbia voglia ed il desiderio di approfondire un pezzo significativo della nostra recente storia che non può essere disgiunta da quella gloriosa di un tempo. Una delle civiltà più evolute culturalmente ed economicamente che ha subìto una decadenza dalla quale non riesce più a riprendersi.

 Nicola Iozzo