Stranezze della storia: come Napoleone divenne Napoléon…


…e i Buonaparte passarono per Bonapart[e]. Fu un caso di ius soli, che il figlio di Carlo Buonaparte e Letizia Ramolino nascesse pochi mesi dopo che Genova aveva ceduto la Corsica alla Francia. Corsica in eterna rivolta contro Genova, e dove tuttora ci sono serie insoddisfazioni, e istanze di sostanziale autonomia dalla Francia.

 I Buonaparte, piccoli nobili, erano originari della Lucchesia. La Francia cercò di accattivarsi qualche simpatia, e fu così che Napoleone, nel frattempo all’anagrafe Napoléon Bonapart[e], studiò in un collegio militare francese. Ne uscì poco prima della rivoluzione del 1789, e fece rapida carriera in un esercito giacobino ormai privo di ufficiali per la fuga dei vecchi nobili. Lo troviamo tra i più feroci repressori delle insurrezioni monarchiche.

 Giovanissimo, divenne generale. I pettegolezzi parlano di interventi di Josephine vedova Beauharnais, amica di Barras e anche di Napoléon.

 Inviato a comandare, sulle Alpi, una scalcinata armata con compiti difensivi, la trasforma in strumento di guerra; sconfigge Piemontesi e Austriaci; abbatte Venezia; sta per arrivare a Vienna, ma compie un atto di grande valore politico: in cambio del Veneto ceduto all’Austria, ottiene l’attuale Belgio, quindi i “confini della Gallia Romana”, e di fatto il controllo dell’Italia con il pretesto di pseudorepubbliche di sparuti intellettuali.

 Parte per l’Egitto, dove non ottiene il suo scopo di conquista e di puntare contro l’India inglese, ma riesce lo stesso a fingersi vincitore; mentre il cardinale Ruffo, con le Masse della Santa Fede, cacciava i Francesi da Napoli; e Austriaci e Russi occupavano l’Italia Centrosettentrionale. La corrottissima Francia del Direttorio era agli estremi. Tornato quasi da solo dall’Egitto, Napoléon fa un colpo di Stato, assume di fatto la dittatura; batte Austria e Russia a Marengo. Impone l’ordine alla Francia; risana le finanze; emana quel Codice Civile che governerà l’Europa, e solo da qualche tempo è stato in parte modificato. Tenta, e per qualche tempo ottiene la pace con Gran Bretagna, Austria, Russia, Stati tedeschi, Regno di Napoli; si allea con la Spagna. Nel 1804 si proclama “imperatore della Repubblica Francese”, da lì a poco “imperatore dei Francesi”, quindi “imperatore” e basta. La parola, nata come il latino “imperator”, era divenuta seccamente monarchica, con tanto di titoli regi e feudali per parenti e generali.

 Riprese le guerre, pare trionfare con la grande battaglia di Austerlitz; ma Nelson a Trafalgar annientò la flotta francospagnola. Il dominio britannico del mare impedì ogni progetto di attacco diretto; e causò una crescente crisi economica. Intanto però Napoléon controllava l’intera Germania, costringendo l’imperatore del Sacro Romano Impero ad accontentarsi di Francesco I imperatore d’Austria, e sposandone la figlia; riducendo a vassalli la Prussia e gli altri Stati tedeschi; e, da presidente di una improbabile Repubblica Italiana, si proclamò re d’Italia. Era un titolo carolingio e medioevale, quindi dalle Alpi alle Marche.

 Dopo esperimenti falliti, alla Francia annesse direttamente Torino, Genova, Firenze e Roma. Quanto al Meridione, state bene attenti qui: buon conoscitore della storia e della geopolitica, conquistò il territorio, ma lo assegnò al fratello Giuseppe; e quando questi passò, sfortunatamente, re di Spagna, rispettò i trattati del 1737, e al suo posto creò il cognato Gioacchino Murat. Riflettete, e ne parliamo un’altra volta; ora vi basti che Murat aveva preso sul serio l’autonomia, fino a rompere con la Francia.

 Intanto Napoléon invadeva la Russia, subendo una disastrosa sconfitta. La Germania, fino a quel momento anche politicamente e culturalmente infranciosata, scoprì con Fichte il germanesimo; e un esercito tedesco annientò i Francesi a Lipsia.

 Dopo impacciati tentativi, Napoléon Bonapart[e] abdicò… e tornò Napoleone Buonaparte, signore italiano dell’isola d’Elba, che governò con successo dieci mesi. Fuggito e salito nuovamente al trono, verrà definitivamente sconfitto a Waterloo, per morire di malinconia nel deserto di Sant’Elena.

 Chissà se fosse rimasto principe italiano, vivendo magari altri quarant’anni? Nulla di strano: Radetzky, suo nemico a Lipsia, era anche più vecchio di lui quanto vinse a Novara nel 1849. Divertiamoci a immaginare che la Lega italiana del 1848, abborracciata e fallita, e carente di generali, richiamasse in servizio il principe Napoleone Buonaparte dell’Elba, che era del mestiere!

 Lo storico dichiara che Napoléon, nelle cui vene non c’era una goccia di sangue francese, cpmpì la scelta della Francia; in buona compagnia di Mazzarino, Massena, Zola, Gambetta e altri. Se non fosse divenuto francese, sarebbe stata diversissima la sua vita, anzi la storia del mondo. Usò la Francia come strumento per la realizzazione delle sue riforme borghesi e amministrative centralistiche.

 Usò la guerra come strumento politico, subendo molte più sconfitte che celebrando vittorie; anche se la storiografia francese si arrampica sui muri lisci per far passare Waterloo come un pareggio fuori casa; e Lipsia… non nominata!

 È in arrivo un filmone. Lo vedremo. Intanto, chi vuole leggere…

Ulderico Nisticò