Un colpo di teatro


Prologo (Voce narrante fuori campo a sipario chiuso). 1963. Kennedy viene assassinato a Dallas. Si cerca un unico responsabile. Lee Harvey Oswald. I servizi segreti americani sperano che qualche poliziotto lo faccia fuori. Questo non avviene, anzi è Oswald a uccidere un poliziotto. Sono costretti ad arrestarlo, ma lui si dichiara innocente, comincia a parlare e potrebbe convincere l’opinione pubblica che chi ha ucciso Kennedy è qualcun altro, ben più sorprendente di un misero filo-castrista. Ovviamente per i Servizi segreti, va eliminato. Viene individuato un noto criminale, Jack Ruby, e gli fanno arrivare il messaggio che Oswald ha fatto il suo nome come mandante dell’omicidio del Presidente. Gli viene data la possibilità, facile, di avvicinare Oswald per sparargli un colpo e ucciderlo. Partita vinta. Kennedy è morto ed è stato Oswald.

(si apre il sipario)

Atto 1 (Francia, oggi). Prendi un delinquente, possibilmente di fede Musulmana. Accertati che, se perquisito, venga trovato con armi, droga e materiale religioso, fallo seguire e tracciane gli spostamenti. Tienilo in stand-by senza procedere ad azioni che potrebbero insospettirlo. Consideralo l’asso nella manica da tirare fuori all’occorrenza.

Atto 2 (Sfondo di disordini cittadini e festoni natalizi). Quando il popolo comincia a non apprezzare più le vessazioni del Governo e si solleva in maniera anche pericolosa indossando un gillet giallo, ricordati della carta vincente lasciata a riposare nella sua criminalità spicciola. Individua un luogo di grande impatto sociale, come possono essere dei mercatini di natale. Organizza un attentato subdolo che crei grande scompiglio nell’opinione pubblica. Placa, così, la voglia di rivalsa della popolazione che a questo punto chiederà al governo maggiore protezione.

Atto 3 (Stanza disordinata del criminale). Tira fuori la carta vincente e sbatti il mostro in prima pagina. Dagli la possibilità di avere paura, dagli la possibilità di cercare di fuggire pur consapevole di non essere il responsabile, continua a seguirne gli spostamenti. Organizza una caccia all’uomo.

Atto 4 (Strade della città del criminale). Dopo qualche giorno, spara e uccidi il criminale. Dichiara ai quattro venti che hai ucciso il responsabile, che da morto non può parlare e non può difendersi. Istilla nella gente la voglia di apprezzare un governo che, anche se ti aumenta le tasse, cerca di proteggere la tua proprietà privata e la tua vita. Lascia che ti chiedano di controllarli di più.

Atto 5 (Palazzo del Governo). Fine delle proteste e delle sommosse. Mani libere e finalmente autorizzati a implementare le porcate istituzionali.

(Si chiude il sipario)

Conclusioni (Dialogo fuori campo tra due individui sconosciuti. Solo voci).

2001.

Sconosciuto 1. Dobbiamo avere le mani libere per prenderci il petrolio in Iraq ed avere una base per dominare il medio oriente. Dobbiamo poter controllare le persone senza che loro, se lo scoprono, si possano lamentare.
Sconosciuto 2. L’opinione pubblica non lo accetterà mai. Bisogna inventarsi qualcosa.
Sconosciuto 1. Le Torri Gemelle sono obsolete e dobbiamo abbatterle, ma ci costa troppo.
Sconosciuto 2. Stai pensando a quello che penso io?
Sconosciuto 1. Tu a cosa stai pensando?
(Si spengono le luci e un forte schianto, come di edifici che crollano, invade la sala. Appena terminati i rumori, la voce narrante dice: “Fine… eppure è solo l’inizio”).

Protagonisti. Piccolo criminale musulmano. Gilet gialli. Popolazione. Servizi segreti.

Gianni Ianni Palarchio (Blog)


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