Nella mattinata di ieri è stato presentato il libro “Il fragile bullo” scritto dalla dottoressa Rita Tulelli con la prefazione dell’Onorevole Angela Napoli edito dalla casa editrice “La Rondine Edizioni”, l’evento ha avuto luogo nella sala “Cenacolo” dell’Istituto Tecnico Industriale “Ercolino Scalfaro” di Catanzaro, guidato dal dirigente scolastico Vito Sanzo, questo è incastonato nella manifestazione “#io leggo perché”, un’iniziativa per la promozione del libro e della lettura nelle scuole organizzata dall’AIE, Associazione italiana editori, con l’obiettivo di arricchire il patrimonio delle biblioteche scolastiche di tutto il Paese, gode del patrocinio del ministero dei Beni culturali e della Rai e la collaborazione del dicastero dell’Istruzione, di Ali, ovvero l’Associazione librai italiani e dell’Associazione italiana biblioteche, in sigla Aib.
Protagonista del libro è il fenomeno del bullismo che è rappresentato da azioni di prevaricazioni e violenze piscologiche, verbali e fisiche, compiute intenzionalmente e continuamente da un giovane o da gruppi di giovani nei confronti di loro coetanei, durante la manifestazione si è approfondito il fenomeno del bullismo, a discutere della tematica sono stati la referente agli eventi dell’Istituto Tecnico Industriale “Ercolino Scalfaro” di Catanzaro Maria Bitonte, la presidente dell’associazione “Universo Minori” e autrice del libro dottoressa Rita Tulelli, la presidente dell’associazione “Risveglio Ideale” onorevole Angela Napoli, il procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Cosenza dottoressa Marisa Manzini, la psicoterapeuta Carmen Fragalita e l’editore Gianluca Lucia della casa editrice “La Rondine Edizioni”.
La dottoressa Rita Tulelli, autrice del testo, ha approfondito le varie forme di bullismo, da quello “diretto”, che si manifesta con violenza fisica e verbale, a quello “indiretto”, che vede la sua manifestazione in comportamenti subdoli e calunniosi atti a minare nel profondo le relazioni sociali. L’onorevole Angela Napoli si è soffermata sulla similitudine tra la figura del bullo e quella del mafioso, i loro comuni denominatori sono la violenza nei confronti dei più deboli, il timore che incutono negli altri, l’omertà o l’indifferenza che viene suscitata in chi non viene colpito. In particolare la dottoressa Manzini ha approfondito la legge numero 71 del 2017 entrata in vigore il 18 giugno dello scorso anno contro il cyberbullismo, in quanto i soprusi tra i minori invadono lo spazio virtuale con messaggi, immagini e video spregevoli che corrono sul web soprattutto grazie agli smartphone. L’obiettivo alla base di tali comportamenti è sempre quello di ferire e ridicolizzare qualcuno.
La legge in questione prevede una serie di interventi e strumenti atti a dar voce ai ragazzi affinché non si sentano più soli, in particolare, prosegue il procuratore aggiunto presso il Tribunale di Cosenza, sono tre le importanti novità introdotte dalla norma, come prima cosa sarà direttamente il minore vittima di un sopruso on line a poter segnalare in modo semplice al sito, o al social media, il contenuto offensivo chiedendone, nei tempi fissati dalla legge stessa, la rimozione. Se ciò non viene attuato dal fornitore dei servizi digitali, dopo opportune e tempestive verifiche, lo farà il Garante della Privacy. Secondariamente il “bullo cibernetico” viene convocato, insieme ai genitori, dal Questore che dà corso alla procedura di ammonimento. Un “cartellino giallo” che può portare il minore ad essere inserito in un percorso sociale o di messa alla prova. Infine, ogni scuola dovrà individuare tra i propri docenti un referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e contrasto e per il personale scolastico sono previsti corsi di formazione somministrati da esperti del settore.
Interessante e toccante il messaggio audio inviato ai ragazzi dall’avvocato Maria Claudia Conidi che ha parlato della situazione in cui si trovano i figli dei collaboratori di giustizia dicendo che è importante che accanto all’interesse della giustizia vi sia quello imprescindibile della tutela dei minori i quali devono procedere di pari passo, lo Stato invece, prosegue l’avvocato, deve dare maggiori garanzie a queste famiglie, assicurando loro un cammino dignitoso di vita a prescindere dalle condotte dei collaboratori e se uno di essi dovesse perdere la protezione da parte dello Stato, quest’ultimo si dovrà fare carico delle vite dei figli dei collaboratori e del loro futuro in quanto non sono merce di scambio, né accessori del pentito, sono esseri umani, sono vittime della situazione in cui vivono, e lo Stato deve farsi carico delle loro vite e del loro futuro. La psicoterapeuta Carmen Fragilità ha analizzato dal punto di vista psicologico la figura della vittima e del bullo riportando esempi concreti affinché i ragazzi possano riconoscere questi subdoli fenomeni che spesso sono veicolati per mezzo di azioni proprie della loro quotidianità.
Grande la partecipazione da parte degli studenti all’evento, molti di questi hanno posto diverse domande ai relatori chiedendo di analizzare in maniera approfondita fenomeni che possono derivare da azioni proprie del bullismo e in merito alla parte del libro che si sofferma sui meccanismi molesti veicolati tramite i nuovi social network che, se usati impropriamente, fanno da amplificatore e veicolo ad un fenomeno ben più diffuso chiamato cyberbullismo. Punto cardine del convegno è stato il messaggio che si è voluto donare ai giovani, ovvero quello di essere sempre consapevoli di non essere soli in quanto intorno a ciascuno di noi c’è sempre qualcuno pronto a darci il suo sostegno, che siate vittime o veniate a conoscenza di soprusi su un vostro pari, guardatevi intorno e confidatevi con qualcuno che stimate, solo così darete inizio a quella catena che porterà a vincere contro chi prevarica.