Una giornata vivace, la festa per la via intitolata a Reitano. Lode a Pepè Tropea, e anche a quanti hanno collaborato alla buona riuscita: associazioni, giornalisti, i Comuni di Soverato e Fiumara, le scuole cittadine, i familiari di Reitano; e complimenti alla squisita ospitalità dell’Alberghiero.
Intanto è stata un’occasione per togliere un poco di polvere dal teatro; ma su questo presto torneremo. E abbiamo in città un’intitolazione molto più spiegabile di innumerevoli vie a discutibilissimi politicanti o a celeberrimi sconosciuti.
Su Reitano mi sono già espresso. Per me resta quello degli inizi, un valente cantante e musicista e autore; dalla sua posteriore calabresità piagnona prendo le distanze. Ma è il mio parere, e gli altri pensatela come mi pare.
Sulla toponomastica cittadina, ripeto che andremo sempre incontro a casi aleatori e soggetti a mode e umori e lottizzazioni, fin quando il Comune non si doterà di un regolamento e di attendibili criteri. La toponomastica è importante, è la presentazione di un luogo pubblico. Mi piace che un forestiero possa leggere “via Mino Reitano”; quello stesso forestiero che, passeggiando tra vie dai nomi strani, si chiederà, con don Abbondio, “Carneade, chi era costui?”
Ulderico Nisticò