Una guerra tira l’altra


 Se non fosse inquietante per quel che mi accingo a dire, l’accusa di genocidio allo Stato d’Israele susciterebbe qualche commento, che io ometto per gabbare l’algoritmo. Fate voi.

 Intanto si spara e si bombarda, oltre che a Gaza rasa al suolo e ridotta a cimitero, anche in Siria, Cisgiordania, Libano; e nell’Arabia (In)felix, lo Yemen e il Mar Rosso.

 È abbastanza evidente che non solo nessuno fa niente per fermare la guerra in Terra Santa e dintorni, ma parecchi si danno da fare per allargare il conflitto. Posso citarvi centinaia di situazioni storiche in cui un’occasione è si è trasformata in apocalisse: Sarajevo, Prima guerra mondiale; Danzica, la Seconda… Ma anche la guerra più famosa della storia, quella di Troia, iniziò con una “fujitina”, e poi coinvolse i Greci, i Troiani, l’intera Anatolia, i Traci, i Lidi, i Lici, le Amazzoni, e Memnone re degli Etiopi, il quale, per intervenire, dovette, di passaggio, combattere i Solimi: chissà chi erano. Eh, l’algoritmo! Però, la geografia…

 Dicono la loro non l’Europa, che è un pallido mucchio di burocrati frutto di partenogenesi; non l’ONU, in cui c’è sempre un veto USA ogni volta che si nomina chi, per turlupinare l’algoritmo, non dico; ma il bellicoso Iran; vari gruppi antisraeliani in tutta l’area; la Cina; e meno male che la Russia è impegnata in una guerra per conto suo.

 A proposito, nessuno fa niente anche per la guerra sul Don.

Ulderico Nisticò