Vibo ultima e Calabria senza bile


Il poeta Archiloco, a uno che pigliava a pesci in faccia e se le teneva pecorello pecorello, dice χολὴν οὐκ ἔχεις: non hai la bile. Ecco, la Calabria, detta anche “qui fu la Magna Grecia”, o, in alternativa, “qui sbarcò Ulisse”, è priva di quell’organo che, secernendo, provoca anche l’ira. Le hanno detto, e non al Bar dello Sport, ma fior di giornali, che la meno peggio delle province è Cosenza, all’84mo posto, e tutte le altre sono giù, Vibo in coda alla triste classifica.

Le reazioni, a una tale notizia, dovrebbero essere due possibili:

a. rabbia se la notizia è falsa;
b. se la notizia è vera, sdegno contro i colpevoli.

La notizia è vera, c’è poco da giocarci sopra, è vera. E non è un fatto di soldi, o solo di soldi; e ripeto la metafora: se uno di Serra vince un milione di euro e si compra la Ferrari, però vuole andare a Fabrizia, sempre a 30 km/h gli tocca andare, esattamente come se avesse un Ape Piaggio di quarta mano! Non si misura a soldi, la qualità delle vita, ma a tutto un sistema di funzionamento delle relazioni sociali e dei servizi, che a Vibo sono disastrosi, e nel resto della Calabria più o meno è così.

Come ha reagito, la Calabria, a tali infelici notizie? Come al solito, con l’omertà più assoluta. Chi sono gli omertosi, ovvero reticenti? I mafiosi di San Luca, pensate voi. E invece sono muti come tombe e silenziosi come giraffe, e tartarughe e pesci, i seguenti signori, e quanti altri del genere, tutti in qualche modo colpevoli:

1. i deputati e senatori presenti e passati; se qualcuno, rarissimamente, ha fatto eccezione in altri tempi, buon per lui;
1. i presidenti di Giunta regionale e assessori presenti e passati, di centrosinistra, sinistra e centro(destra): in questo caso, nessuna eccezione; se qualcuno se li fosse scordati, ve li rammento io: A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G., Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio di centrosinistra, e G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti e Stasi di centro(destra).
2. i presidenti di Provincia e assessori presenti e passati; vd. sopra; faccio io eccezione per Michele Traversa, e con ottime e fondate motivazioni;
3. i sindaci e assessori di tutti i Comuni, presenti e passati; vd. sopra; qualche rarissima eccezione, conta poco;
4. le università, di cui ormai, pubbliche o private, la Calabria pullula, e stanno zitte come un pozzo;
5. gli intellettuali famosissimi ad Africo con “prodotti tipici”, e che mai in vita loro accuserebbero la Regione che offre loro i suddetti tipici prodotti: essi stessi, del resto, sono un prodotto tipico della storia calabrese, specializzati in piagnisteo retribuito;
6. gli antimafia professionisti, di cui ogni tanto, grazie a Dio, arrestano qualcuno: li arresta la Magistratura, mica la ndrangheta;
7. i giornali e le tv;
8. gli ecclesiastici;
9. le associazioni e club service;
10. e continuate voi, amici lettori, tanto l’elenco potrebbe non finire mai.

Nessuno di questi signori ha preso la parola per commentare la notizia che tra Bolzano e Vibo corre la stessa differenza che tra l’Europa e il Terzo Mondo! O che i ragazzi calabresi laureati emigrano in numero molto, ma molto maggiore di quanti stranieri vengano a farsi mantenere, cellulare all’orecchio, sulle soveratesi panchine.

La Calabria non reagisce. Qualche sparutissimo sognatore ha provato a pigliarsela con Garibaldi, come suo nonno se la pigliava con i Borbone, o, se aveva letto i Promessi Sposi, con gli Spagnoli; e se conosceva un passante tedesco, con i Romani. Poi hanno capito quanto sia ridicolo attribuire i mali del 2018 o fatti non solo del 1860, ma del IV secolo a.C., quando per la prima volta Roma inviò truppe… a proteggere la città greca di Thuri dai Lucani! Ma i dotti calabresi sono troppo ciuchi con laurea per saperlo, e pensano il contrario.

In mancanza di un’analisi seria della notizia, la Calabria si tiene la sua classifica da retrocessione in serie D; e non batte ciglio; e tanto meno studia rimedi. Rimedi, amici, non sogni; non invenzioni alla Soriero che il porto di Gioia Tauro sarà il centro del mondo, quando invece tra poco chiude!

Concludendo: la classe politica calabrese è men che mediocre, e questo lo vediamo; ma i veri colpevoli non sono quei disgraziati che si fanno eleggere per lo stipendio, sono proprio i suddetti laureati asini, i quali, come tutti gli asini, sanno fare benissimo il loro mestiere di asini: portare la legna; ma sanno fare solo quello, gli asini. Ovvero, la Calabria brulica di avvocati, medici, professori eccetera, bravini nella loro professione, e per tutto i resto inutili, e perciò dannosi.

Mi verrebbe una volgarissima battuta da proverbio calabrese, ma sono un signore, e invece di Aristofane mi contento di citare ancora una volta Archiloco: manco bile, hanno, costoro.

Ulderico Nisticò


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