Vietare le fandonie per legge


 Legge che esiste, nell’art. 656 del Codice Penale: “notizie false e tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico”. È un articolo suscettibile di applicazione complessa e delicata, però esiste. Io ne propongo l’uso a proposito di alcune vere follie che da qualche anno dilagano, e che qui in sintesi segnalo:

1. Follia poetica e letteraria: ma qui io stesso so bene che dai tempi dei tempi di cerca di stroncarla senza il minimo risultato; e comunque è quasi inoffensiva per gli altri.

2. Follia storiografica e pseudopolitica, con speciale riguardo a un morbo che dilaga sui “social”, e per fortuna quasi solo lì, ed è quello dei meridionalisti della domenica, ovvero meridionaldomenicali.

 Questa può essere davvero pericolosa, e non solo sul piano culturale, ma davvero sul piano della politica in senso lato. È un metodo che, iniziato con certi diciamo così testi di Pino Aprile, si fonda (qualcuno me l’ha confessato in privato) sulla bugia consapevole, a reddo, al fine, secondo loro, di suscitare un movimento meridionalista con “entusiasmo”. Del resto, non l’hanno inventato loro, bensì nel XVIII secolo Voltaire con il famoso detto “Calunniate sempre: qualche cosa resterà”.

 I meridionaldomenicali trovano terreno fertile nell’evidenza che il Meridione, e la Calabria in specie, patiscono moltissimi problemi. La Calabria è la 220ma su 234 regioni europee; Crotone è l’ultima provincia d’Italia… E non si parla solo di soldi, ma di qualità della vita. Monta un’insoddisfazione generica, a volte di natura strettamente personale e familiare, cui viene incontro un radicato vizio meridionale: LA COLPA È SEMPRE DI QUALCUN ALTRO. Vizio che si evidenzia nella vita privata: se il bambino va male a scuola, per la mamma è colpa del papà, per il papà è colpa della mamma, per papà e mamma è colpa dei professori, per i professori è colpa dei bidelli… insomma, di tutti tranne che del bambino. PS: Il bambinuccio ha 16 anni!

 È un’eredità dei Greci. In latino ci sono due parole ben distinte: “causa” e “culpa”, per arrivare a “reatus”. In greco invece la parola aitìa vuol dire sia causa sia colpa: capite la confusione?

 Torniamo ai colpevoli. La Calabria non spende i fondi europei dal 1970? La colpa, per i meridionaldomenicali non è mai della Regione eccetera, ma di Garibaldi e Cavour. Mai fare nomi, vero?

 Affermazione che, vi prego di credermi, ho dovuto costatare di persona. Essi di Garibaldi sanno pochissimo, di Cavour quasi nulla; di Vittorio Emanuele II, che andava a donne. Quanto a Napoleone III, semplicemente ne ignorano l’esistenza.

 Se tento di raccontare loro i fatti di quel lontano 1860, subito replicano che li ho letti sui libri scritti dai vincitori. E giù invenzioni di ricchezze e glorie che mai furono; e di primati di spremilimoni a molla e automobili a vapore, e di istituzioni socialdemocratiche che mai si videro; e persino di potenza militare e politica. Fandonie, ma parecchie anime semplici e persone frustrate ci credono e ci cascano, e ciò può davvero scatenare turbe psichiche.

 Com’è che il loro mondo così meraviglioso crollò in tre mesi? E via con la fandonie di congiure mondiali dei cattivi – gli altri – contro i buoni! Ahahahahah.

 Se fosse solo così, sarebbe un caso patetico di ignoranza dilagante; e la colpa, stavolta colpa davvero, è della scuola che non insegna la storia: con la pace dei pochi buoni. Il peggio è che i meridionaldomenicali diffondono notizie non solo false (e fin qui, in una Calabria zeppa di sbarchi di Ulisse, ci rido sopra), ma davvero tendenziose, con affermazioni del tipo “separiamoci”, per non dire di ingiurie volgari nei confronti dell’Italia in quanto Stato unitario. Non sappiamo se qualche matto…

 Per ora siamo solo sui “social”. La sola volta che un movimento dettosi Equità Territoriale presentò una lista, in Campania, ottenne lo 0,24%; in Calabria, lo 0,0, perché non lo vollero in lista altrui e non fu capace di raccattarne una sua. Per ora: ma non sappiamo cosa potrebbe accadere.

 E leggo che in istituti scolastici vengono invitati a parlare di storia certi personaggi folcloristici che, ai tempi ormai finiti del meridionalismo serio, temevamo come decorativi senza farli parlare manco a cena… Ecco, qui ci vuole davvero un controllo da parte delle autorità scolastiche, o qualche ragazzino sprovveduto li piglia sul serio.

 Lo stesso per gli storici fasulli, i maniaci di una Magna Grecia che non sanno manco in che millennio fu e dove, gli scopritori dell’acqua calda…

 Va applicato l’art. 656. Attenti, mica voglio mandare in galera qualcuno. Ci vuole un’applicazione non da parte di giudici e carabinieri, ma da parte della cultura vera, e che dovrebbe essere autorevole. Che invece tace sui problemi reali del Meridione, e se la cavano con qualche piagnisteo… senza fare nomi, ovvio.

 Io lo faccio ogni giorno, usano ora lo sberleffo ora la correzione più ovvia. Mi procuro nemici? Pazienza, anzi mi svago!

Ulderico Nisticò