Waterfront – Perché non sono d’accordo con la scelta della Commissione


Soverato_vista_aereaPremetto di aver partecipato come consulente esterno e in forma gratuita all’elaborazione di uno degli undici progetti sul waterfront e di aver illustrato al Sindaco Alecci e all’Ass.re Vacca i contenuti del progetto con la speranza che valesse per suggerire un indirizzo socio-politico alla Commissione. Premetto che mi sono avvalso del diritto di accesso agli elaborati e premetto che questo mio intervento è volutamente “provocatorio” e ha lo scopo di avviare un dibattito sull’argomento waterfront e aprire un dialogo tra tutti i cittadini, governo e opposizione.

Innanzitutto, ritengo che non c’era bisogno di “scomodare” degli Esperti se a “vincere” doveva essere la Mediocrità. Non c’era bisogno di “scomodare” neanche 11 studi tecnici per l’elaborazione di altrettanti progetti se “a vincere” doveva essere un progetto “replica” del preliminare. E non c’era bisogno di un’azione politica così lunga e tenace per non perdere il finanziamento se alla fine, anziché proiettarci verso il futuro, ci immobilizza in un narcisismo fine a se stesso, tradendo ancora una volta  il significato più profondo del fare Politica che, almeno per me, è creare, favorire e sostenere sviluppo e occupazione.

Aspetti questi che non si riscontrano affatto nel progetto, per me accademico e artificiale, che si è aggiudicato l’appalto e ripeto da me visionato. Per cominciare, non si stabilisce alcun rapporto tra il mare, il waterfront e la città. Sono realtà vicine ma che nel progetto non interagiscono mai tra di loro. Il progetto, inoltre, la cui eccessiva cura formale nasconde un vuoto sostanziale di idee, si limita solo alla riqualificazione ma non si ingegna minimamente a rispondere alle esigenze collettive di crescita e di occupazione. Presupposti, invece, che sono alla base del progetto a cui ho partecipato e senza i quali presupposti non avrei prestato nessuna consulenza. Sarà forse per la dichiarata intenzione nel progetto a cui ho partecipato di creare opportunità di lavoro per le cooperative di giovani (come del resto insiste Papa Francesco) e per evitare la fuga dei nostri ragazzi, che la Commissione gli ha dato un voto bassissimo? Sarà forse perché nel progetto a cui ho partecipato sono previsti introiti per il Comune attraverso concessioni e convenzioni e, dunque, danaro utile per alleggerire le tasse dei cittadini che la Commissione lo ha rigettato? Sarà forse perché nel progetto di cui sopra sono previste azioni di manutenzione e di risparmio energetico che la Commissione ha ritenuto di non premiarlo? Sarà forse per la logica coerente degli interventi, per il loro aspetto innovativo, attrattivo, di sostenibilità eco-ambientale e per le nuove forme di turismo che introduce che la Commissione gli ha girato le spalle? Certo, due scuole di pensiero, due punti di vista, due criteri…

Attraverso interventi mirati e lungimiranti il waterfront poteva significare la svolta decisiva per Soverato. Era l’occasione più propizia, più unica che rara, per riqualificare sì ma anche per rilanciare socialmente ed economicamente la nostra cittadina che è visibilmente in sofferenza da tempo. Capisco che qualunque Commissione non debba essere “influenzata” nella scelta, ma poiché si trattava di una Commissione che in buona parte non ha conoscenza del territorio, era doveroso che il Sindaco Alecci e l’Arch. Vacca la “orientassero” con un indirizzo politico adeguato (e da me sollecitato) dicendo: abbiamo la necessità di far rinascere Soverato. Scegliete il progetto “migliore” cioè quello che meglio riqualifica e meglio risponde alla risoluzione dei nostri problemi e ci rilanci verso l’avvenire. E se questa scelta doveva ricadere sul progetto in cui ha collaborato, faccio per dire, Paparazzo, che c’era di strano se è per fare i veri interessi della città? Capisco anche che il criterio dei progetti di riqualificazione non è quello di creare sviluppo e occupazione…cioè no, non lo capisco più, è un criterio paravento inaccettabile per cui tutto è “giudizio insindacabile” ed è una vergogna solo pensarlo!

E così la scelta è caduta, a mio avviso, su un progetto che non porterà lavoro, non porterà turismo, non porterà ricchezza, non porterà prestigio, non porterà nulla. Niente posti di lavoro ma, come illustrato da un dovizioso corredo “fotografico”, tanti posti a sedere sulle panchine e sulle gradinate e tanta gente a spasso per i vialetti e i controvialetti.

Un progetto, quello che si è aggiudicato l’appalto, basato essenzialmente sulla riqualificazione dell’attuale lungomare da Piazza Amerigo Vespucci fino alla Villa Comunale (pochissimo nella pineta), pensato come una sorta di “lungo giardino botanico” che porterà problemi gravi di manutenzione dal momento che i nostri valenti giardinieri già fanno fatica a curare tutto il verde esistente a Soverato. Che prevede due  gradinate (una fronte mare rivolta a est e una fronte lungomare rivolta a ovest) dove si ipotizzano due anfiteatri “greci” di difficile utilizzazione. Non bastava una gradinata già esistente e vandalizzata nella Villa Comunale? Che servono altre due gradinate nel cuore del lungomare? E poi trovo un’esagerazione quasi barocca tutti quei vialetti e controvialetti, piste e contropiste, svincoli, scorciatoie, incroci, aiuole e dedali di siepi. Una “fetta” dell’attuale Villa Comunale viene tagliata di netto e sacrificata a parcheggio raddoppiando la fila già esisitente in Viale Kennedy. Viene “saltata” dalla riqualificazione tutta l’aria dove ci sono gli attuali servizi igienici e si arriva nella pineta dove riprendono i viali e i controviali, le piste e le aree destinate alle attività ginniche e a picnic. Mi chiedo come facciano a costare circa due milioni e duecentomila euro, tolto il ribasso del 18%, questi tipi di interventi. Una spesa eccessiva per un risultato francamente, povero, deludente, per un progetto senza pogettualità, che coglie solo in piccola parte le giuste aspettative e i bisogni reali della gente. Un progetto nato vecchio e di concezione superata e nessuno mi convincerà mai che Soverato e il turismo di Soverato saranno rilanciati da due gradinate, una piazza d’acqua e una pista da skateboard! Quali attrattive e servizi offre in più rispetto a quello che già i turisti non abbiano nelle loro città? Ma poi, come sottovalutare che Soverato ha bisogno di ben altro e non solo di un’operazione di lifting? Non si tratta di avere la bacchetta magica o essere depositari di verità assolute ma solo di avere un pizzico di buon senso.

Se la Commissione avesse scelto un progetto di riqualificazione ambientale con sostanziali  prospettive occupazionali per molti cittadini di Soverato e con soluzioni da lasciarmi senza fiato, avrei accolto serenamente e condiviso la scelta. Mi sarei congratulato con i progettisti, avrei applaudito e avrei stretto loro la mano. Ma così non è stato. Mi dispiace ma abbiamo perso l’occasione per un rilancio socio-economico e occupazionale serio della città, la possibilità di poter competere tra i favoriti nel mercato ormai mondiale della spietata concorrenza turistica e mi rincresce nel vedere indebolita di molto la centralità di Soverato nel suo Comprensorio. Per nostra fortuna, quando pensano ai waterfront i progettisti della nostra zona pensano solo a spazi destinati a parcheggio e a camminate (vedi Davoli, Montepaone e Montauro) convinti che i turisti affrontino centinaia di Km per venire a parcheggiare davanti al mare e andare a passeggio! Il primo giorno, il secondo…ma poi?

Dunque una scelta che, amio avviso, si preannuncia già sulla carta a opere destinate all’incuria, al vandalismo e all’abbandono.

Infine, rivolgo una domanda ai cittadini di Soverato, al governo e all’opposizione: è più onesto un criterio che nel riqualificare il waterfront sia anche l’occasione per interventi a sostegno dello sviluppo e dell’occupazione oppure un criterio che nel riqualificare ci propone qualcosa che ha solo l’aria di essere, nel migliore dei casi, il doppione di un giardino botanico?

Maurizio Paparazzo


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