Grande successo per l’evento “Ulisse e le rotte del Mediterraneo” a Scolacium


Si era annunciato un ampio dibattito, il lancio di un progetto, proiezioni e letture, e così è stato sabato scorso al Parco Archeologico a Roccelletta di Borgia (Cz), in un evento gremitissimo di pubblico, a cura della Fondazione Armonie d’Arte: Ulisse e le rotte del Mediterraneo. 

Qualcuno attendeva forse la presentazione di una teoria sulla figura omerica, peraltro già molto nota da anni, altrove presentata e disponibili nello stimolante e vendutissimo libro di Armin Wolf edito da Local Genius, ma ciò, come la locandina dell’appuntamento indicava, non era mai stato previsto perché nelle intenzioni della Fondazione c’era qualcosa che superava la questione storica e letteraria: si è trattato, infatti, dell’avvio di un network che – come ha ampiamente descritto il presidente Chiara Giordano – mette insieme idee e progetti, uomini ed enti, italiani e stranieri, nel segno di un’operosità che vede in Ulisse, emblema di intelligenza ed intraprendenza, una sorta di mentore immateriale per nuove forme di valorizzazione territoriale legate anche a quelle “Rotte del Mediterraneo” che da sempre hanno favorito la civiltà ed oggi sono al centro, per lo più, di un drammatico scenario di disagio. Un Mediterraneo – continua Chiara Giordano – che può essere persino ripensato e nel quale la Calabria, punta di una penisola che già tutta si incunea in questo straordinario mare, può svolgere un ruolo davvero da protagonista, con una valenza simbolica e un potenziale narrativo fortissimo nello scenario globale, a tutto vantaggio delle ricadute positive d’immagine e concrete di indotto e sviluppo. E già la Fondazione ha rapporti, alcuni già strutturati e alcuni in definizione, per progettualità condivise con altre realtà che credono in questo approccio e che nel Mediterraneo cercano la propria rotta appunto.>>. <<D’altra parte la figura di Ulisse mette assieme un sistema valoriale forte, che nutre ideali legati alla vittoria, alla scoperta, al futuro ambizioso, alla capacità di aggirare gli ostacoli, ma anche a quelli della famiglia, della patria, del ritorno; e certamente anche l’idea del ritorno – come ha ben evidenziato il direttore del Parco Scolacium dott. Gregorio Aversa del Ministero per i Beni culturali – è un aspetto fondamentale da mutuare dall’eroe omerico per favorire una sana battaglia per la permanenza, o il rientro, delle risorse umane nei loro territori natii, e ovviamente in Calabria innanzitutto>>.

In ogni caso, a fronte delle tante teorie che animano gli studi passati e contemporanei sui transiti di Ulisse, alcune più probabili e altre meno, ma tutte fascinose perché ben descrivono l’importanza che evidentemente la narrazione omerica e i miti antichi rappresentano per un territorio, la Fondazione propone un grande patto di collaborazione, un network appunto per ottimizzare risorse materiali ed immateriali. In particolare – ha punutalizzato ancora il presidente Giordano – bisognerà comprendere che per quanto sia fondamentale la politica del fare, è condizione altrettanto indispensabile la selezione di idee per strategie vincenti; fatto apparentemente lapalissiano, ma in realtà sempre meno perseguito, tant’è che mancano appunto piani operativi fondati su visioni ampie, a medio e lungo termine, in modo da consentire programmazioni fruttuose, e in definitiva sostenibili. Ulisse e le rotte del Mediterraneo vorrebbe rappresentare proprio lo sforzo di far confluire, in uno spazio di confronto permanente, quanti rappresentano possibilità di sviluppo reale di quelle regioni che attraverso il Mediterraneo possono far emergere nuove positive opportunità >>.

A rafforzare la presentazione, il poliedrico studioso Salvatore Mongiardo, scolarca della Nuova Scuola Pitagorica, ha rappresentato in modo appassionato il fatto che le rotte del Mediterraneo antico portavano la civiltà dell’Egeo, da Ulisse ad Enea e non solo, a cercare l’Italia, nata appunto in Calabria, come quel luogo di genti pacifiche e territori fecondi. Così come, sempre Mongiardo, ha lanciato la proposta di proseguire proprio a Scolacium un primo esperimento fatto lo scorso anno a Crotone: festeggiare la nascita dell’Italia in quei luoghi che, appunto, storicamente l’hanno per primi rappresentata, e farlo con quell’orgoglio territoriale che, però, deve significare una ripartenza di operosità ed efficienza tal da consentire nuove “ rotte” di sviluppo e benessere collettivo.

Per dare il senso di tutta l’indimenticata e indimenticabile bellezza dell’eroe omerico e di questi luoghi di Calabria come Scolacium , è stato proiettato un cortometraggio “ La Terra di Scheria”  dell’inviato speciale Rai1 Francesco Brancatella che ne ha discusso anche con il presidente della Cineteca della Calabria Eugenio Attanasio sempre molto ricco di spunti e riferimenti che ben compongono un quadro articolato di nuovi suggerimenti. <<Un lavoro che lontanissimo da voler essere un documentario storico, né tanto meno l’utilizzo commerciale di idee e termini per i quali altri hanno il copy right come appunto le teorie di Wolf, è invece una suggestione mitopoietica che – come ha precisato lo stesso autore – nasce anche dallo straordinario respiro che Scolacium ha vissuto nel lontano 2006, quando il grandissimo Anthony Gormley popolò il parco di oltre 100 statue di bronzo, calco del suo corpo nudo, tutte uguali, che emergevano dal terreno a diverse altezze, apparendo quasi un rigurgito delle anime del luogo, o ancor meglio costituendo una sorta inspirazione ed espirazione della terra nel suo pulsare primordiale e permanente.>>  Dunque non una riflessione storica, ma un momento in definitiva artistico che rappresenta la cifra a cui la Fondazione, che vede in Armonie d’Arte Festival la sua punta oggi più alta e più nota, fa sempre riferimento forte, ovvero la creatività culturale.

Altresì propositivi ed entusiaste le varie istituzioni pubbliche locali che, per bocca dei loro rappresentanti (il Sindaco di Borgia Elisabeth Sacco, il vice sindaco e assessore alla Cultura di Catanzaro Ivan Cardamone e il Sindaco di Tiriolo Domenico Greco), hanno sia ampiamente condiviso gli intenti e i metodi, dichiarando tutta la propria disponibilità alla collaborazione attiva, che manifestato grande stima per il presidente Chiara Giordano con l’auspicio di reciproco supporto tutto condensato nell’espressione finale di autentico trasporto culturale da parte del vice sindaco Cardamone : “Chiara abbiamo bisogno di te” .

L’assenza di Massimo Tigani Sava e di conseguenza di Armin Wolf con la sua teoria omerica (dei cui diritti Local Genius  dello stesso Tigani Sava come ideatore ed editore  è proprietario),  è stata giustificata da un messaggio affettuoso e di stima di Tigani che ne ha rappresentato le importanti e oggettive ragioni auspicando nuove momenti comuni.

Contrappunto emozionante di tutto l’evento sono stati gli interventi a cura dell’Associazione Gutenberg e del Circolo Palomar, con intensissime letture scelte di autori contemporanei ispirati dalla figura di Ulisse.

Insomma, sabato pomeriggio al Parco Scolacium si è vissuto un evento davvero a tutto tondo, come è proprio di Armonie d’Arte.

D’altra parte l’evento rappresenta anche la prima puntata di una sezione permanente dell’intensa attività di impresa culturale che al Parco Scolacium la Fondazione svolge tutto l’anno, con programmazione multidisciplinare, ad oggi senza alcun sostegno economico né pubblico né privato, e che nel caso specifico si sostanzierà in salotti culturali con studiosi, intellettuali e professionalità diverse, mostre e performance varie dedicate al mondo omerico; il tutto, peraltro, in assoluta continuità con la linea editoriale intrapresa da tempo anche da Armonie d’Arte Festival che quest’estate ha prodotto con grande successo la nuova opera originale in prima assoluta, “Odisseo”, dedicata alla figura di Ulisse in una rilettura contemporanea di e con Daniela Vitale e Paolo Cognetti. In definitiva si può senz’altro dire che la Fondazione Armonie d’Arte si pone come attore attivo e propositivo nel tessuto culturale italiano, con un respiro internazionale e come riferimento di un mondo meridionale ma non solo, con quella vivacità ed efficacia connotativa e ormai normale per una Fondazione che certamente non difetta in creatività, originalità e produttività, come ciascuno può liberamente constatare.


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