Scampato pericolo per la scuola salesiana


“Come quei che con lena affannata / uscito fuor dal pelago alla riva, / si volge e l’acqua perigliosa guata”, canta padre Dante. Vero, ma dopo aver detto questo nel canto numero 01, mica si è fermato, e ne ha aggiunti altri 99. Anche noi siamo all’inizio. Intanto, siamo usciti dal pericolo di naufragio di una grande e gloriosa realtà che data dal 1904, e che è stata quasi un simbolo per Soverato; e che deve tornare a esserlo.

 Lasciatemi dire che l’operazione è stata condotta dal sindaco Daniela Vacca e dall’Amministrazione con grande accortezza e abilità, e con il necessario stile e senza mai atteggiamenti scomposti e piazzaioli: saggia diplomazia, pochissime parole e molti e risolutivi i fatti. Ecco cosa distingue un genuino politico da un politicante! Tutta la comunità di Soverato ha affrontato la spinosa questione con fermezza, ma sempre con correttezza e dignità.

 Gli hanno dato man forte, in testa Mimmo Servello, i responsabili della Cadmo, la cui Fondazione assumerà la gestione della scuola; la vicepresidente della Giunta Regionale, Princi; l’Ufficio scolastico con Antonella Iunti; la Banca di Montepaone con l’avv. Caridi; e una nutrita rappresentanza della cittadinanza, assieme agli studenti e ai professori.

 Adesso è tempo di ripensare la scuola, e, direi, non solo questa scuola, ma quella in genere; però qui trattiamo in particolare del Liceo Classico. Classico non è ciò che è antico o “vecchio”, ma ciò che è perenne; e il valore più classico di tutti è l’armonia, che è la bellezza funzionale, e una cosa che funziona e perciò è bella e buona: kalokagathìa dei Greci. Questa è la natura profonda degli studi classici. A proposito, Armonia è, nel mito, la moglie di Cadmo!

 Vero; ma è ancora più vero che il mondo classico grecolatino dev’essere studiato in greco e in latino; e lasciatemi dire che gran parte della lingua greca è intraducibile in italiano se non per approssimazione e con fastidiose perifrasi: filo-sofia vuol dire “tendenza alla conoscenza perché si ammette di non possederla”. Insomma, le due lingue classiche (classiche e non morte) vanno seriamente studiate prima di tutto in quanto lingue.

 E chissà se la nuova istituzione non farà a Soverato, senza tanti discorsi, quello di cui si parla da anni nell’Unicz, ma se ne parla soltanto senza effetto: un corso di studi umanistici superiori, con o senza bolli e timbri.

 Mentre dunque esprimiamo la più sincera soddisfazione e rendiamo merito a chi ce l’ha, Vacca in testa, dichiariamo che il corso nuovo lascia tanto da immaginare. Ce ne sono tutte le premesse positive, però.

 Quanto alla salesianità, sta ai Salesiani saperla e volerla mantenere: come insegnò don Bosco, la salesianità è formare “buoni cristiani e onesti cittadini”. Ci sarebbe pronto l’aiuto della potenzialmente numerosa schiera degli ex allievi in Soverato e in tutta la Calabria, se lasciati operare con autonomo e vivace spirito d’iniziativa.

 Ad maiora.

Ulderico Nisticò