Scrittori e artisti prestigiosi alla nona edizione del caffè letterario Dolceamaro


“A Lamezia non c’è molta sensibilità culturale, specialmente nell’attuale momento di crisi si pensa ad altri problemi e si tende a credere che la cultura sia poco importante. Invece gli spettacoli, il teatro, la satira aiutano a stemperare la tristezza e a vivere meglio”. Ha spiegato così l’importante funzione sociale del teatro Nico Morelli, direttore artistico dei Vacantusi, ospite della nona edizione del caffè letterario Dolceamaro, nato un anno fa da un’idea della giornalista Antonella Mongiardo e condotto dalla giornalista Lina Latelli Nucifero.

Dopo l’intervento di Nico Morelli, ha preso la parola lo scenografo Claudio Cosentino, docente all’Accademia di belle arti di Catanzaro, il quale ha illustrato un progetto ambizioso al quale sta lavorando da tempo: “Anziché finanziare film di bassa qualità, che raramente hanno successo nel mercato internazionale- ha detto- si punta nella direzione inversa, portare in Calabria il cinema internazionale. Entrare nel circuito internazionale per far conoscere a tutto il mondo i nostri splendidi luoghi- ha detto Cosentino- può essere un sogno realizzabile se si riesce ad attirare le più prestigiose case di produzione del mondo. Ecco perché ho sempre cercato di portare in Calabria le mie conoscenze del periodo in cui sono vissuto fuori. Come Marco Trentini (art director di Ridley Scott, ndr), che è già venuto diverse volte in Calabria. Cosentino ha inoltre informato i presenti su un altro progetto in cantiere, che consiste nella realizzazione di un videogame del genere “triller horror”, realizzato dagli studenti della scuola di scenografia in collaborazione con degli ingegneri informatici.

Lina Latelli ha, quindi, illustrato le novità del Menù letterario, rivista di satira abbinata all’evento caffè letterario, curata da Antonella Mongiardo e Ulderico Nisticò.
Pasquale Allegro, critico letterario, ha parlato del suo romanzo “Collezioni di cielo”. “E’ la storia di un giornalista- ha detto- che, giunto alla soglia dei quarant’anni, vive il disagio di un bilancio non soddisfacente tra desideri e realtà, alle prese con una quotidianità sempre uguale. E’ un viaggio introspettivo dell’animo, tra sentimenti, sensazioni, ricordi, pensieri e impulsi, per inseguire una verità che il destino gli sussurra continuamente”. La scrittrice soveratese Antonietta Vincenzo ha quindi svelato qualche anticipazione su suo nuovo romanzo, “Tra i flutti della bassa marea”, che sarà presentato il 14 maggio, alle ore 17,30, al Maggio dei libri 2018, prestigiosa rassegna culturale organizzata a Palazzo Nicotera dalla Biblioteca comunale. “Il racconto- afferma l’autrice- si svolge prevalentemente all’interno di un museo archeologico, dove la protagonista, Valentina, cerca gli spunti per sviluppare la sua tesi in archeologia. A farle da guida è Lucio, giovane archeologo, alle prese con un passato avvolto nel mistero, che egli vorrebbe scoprire anche con l’aiuto di Valentina. La ragazza si viene così a trovare coinvolta in una serie di situazioni che sfuggono al suo controllo razionale”.

Pasquale Allegro ha messo in risalto il valore letterario dell’opera: “La vicenda di due giovani, una alle prese con un futuro da costruire e l’altro con un passato da ricomporre. Ognuno di loro, pagina dopo pagina, illuminerà il proprio lato oscuro, farà i conti con esso. Così ci si trova a ripercorrere la vita di Lucio, a indagare la dimensione emotiva del dolore e della fragilità davanti a una realtà ridotta a vividi ricordi che tornano a fare visita. Due esseri inquieti, alla ricerca di verità e amore, affascinati dalla bellezza del cammino”.
In conclusione, Lina Latelli Nucifero ha letto una sua poesia “E tremano le lacrime”, tratta dalla silloge “Ali riflesse nel sole”, che si caratterizza per un delicato lirismo e un messaggio di solidarietà universale. In quest’opera, la penna è mossa dal dolore, declinato sotto diversi aspetti, personale, psicologico e sociale.

A tu per tu con Antonietta Vincenzo

Quest’anno al Maggio di Lamezia Terme ritorna una delle penne più creative e raffinate dell’attuale panorama letterario calabrese, Antonietta Vincenzo, che presenterà il suo nuovo romanzo “Tra i flutti della bassa marea”.

E’ in uscita il nuovo romanzo. Di cosa parla?
Il romanzo è imperniato sulle storie intrecciate di due giovani, Valentina e Lucio. Valentina cerca in un museo archeologico gli spunti per l’elaborazione della sua tesi di laurea in archeologia. Lucio, invece, giovane archeologo, fa da guida e tutor alla ragazza.
Si tratta, dunque, di una storia sentimentale?
Decisamente no. Se mai è una storia sui sentimenti, narrata in modo psicologico e introspettivo. In particolare, il racconto è incentrato sul travaglio interiore del giovane Lucio, il cui passato è avvolto in un mistero che egli vorrebbe scoprire anche con l’aiuto di Valentina. La ragazza si viene a trovare coinvolta in situazioni che spesso sfuggono al suo controllo razionale.
Dove si svolge l’azione del romanzo?
Prevalentemente all’interno di un museo archeologico, ma non mancano situazioni che hanno come sfondo il mare.
Come nasce l’idea di un museo archeologico?
Casualmente, durante una visita al museo archeologico lametino. Lungo il percorso, la presenza di due scheletri, uno maschile e l’altro femminile, sistemati nella stessa posizione in cui sono stati rinvenuti, uno accanto all’altra, così vicini da sembrare abbracciati, mi ha fatto scattare la molla della fantasia. Per una forma di gratitudine, ho voluto dedicare il libro al Museo, che è stata la mia fonte di ispirazione.


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