Ancora su Crotone


Per chi non se ne fosse accorto, anche quest’anno la Provincia di Crotone è l’ultima d’Italia… attenti, non solo e non tanto per soldi, ma per qualità della vita. Le meno peggio è Catanzaro, circa novantesima!

Una parola sulle Province. Senza scordare origini più antiche, esse sono un’istituzione napoleonica, intese come diramazioni locali dello Stato. Nel 1816, in luogo delle due di prima, il Regno delle Due Sicilie divise la Calabria in Calabria Citra (Cosenza), Ultra Seconda (Catanzaro), Ultra Prima (Reggio). Tra il 1992 e il 94 spuntarono due piccole e asfittiche Province di Vibo V. e Crotone, ricavate da territori catanzaresi.

Una Provincia di Crotone aveva un senso se avesse compreso almeno S. Giovanni in Fiore e Cariati; ma di Cosenza non si potè e non si può toccare nemmeno un metro quadrato. Misteri geografici! La Provincia di Cosenza, moltiplicata per cinque fa l’Albania; per sei, il Belgio. Pensate voi.

Il risultato, a Kr, fu: una città, e ora torneremo; due centri notevoli: Isola e Cirò M.; borghi interni di scarsa consistenza. In tutto, meno di 180.000 abitanti; per capirci, a stento il doppio del Comune di Corigliano-Rossano. Pensate voi.

Storia di Crotone. Fermi, e non ammorbateci con Pitagora immaginario. E sarei curioso di sapere quanti laureatoni sanno qualcosa di Alcmeone o Democede eccetera. No, tranquilli, vi parlo di Crotone nel XX secolo.

Negli anni 1930 sorse la Crotone industriale, che si giovava dell’energia elettrica dei Laghi e della Centrale di Cotronei; e lavorava sia per il territorio, con i fertilizzanti, sia per l’esportazione. Chilometri di fabbriche, eserciti di operai.

Una città operaia è anche un serio fenomeno politico e sociale; e Crotone era una città fortemente politicizzata.

Negli anni 1990, con la sempre buona scusa dell’ecologia, chiusero le fabbriche; e da allora l’aria di Crotone è pulita… e la gente campa d’aria!

E infatti avevano promesso la Provincia come rimedio: e tutti convinti che i figlioletti sarebbero stati assunti a fare (ahahahahahahah!) qualche cosa in cambio di uno stipendiuccio sicuro. E invece successe solo che alcuni impiegati vennero trasferiti da Catanzaro a Crotone; e la Provincia si rivelò solo una spesa inutile.

Ci sono, nel 2023 quasi 24, possibilità per Crotone e Provincia? Secondo me, qualcuna c’è, e ve la indico alla grossa.

– Bisogna annettere S. Giovanni F. e Cariati a Kr.
– Il Marchesato di Crotone era uno dei granai d’Italia: che fine ha fatto l’agricoltura? Può essere ripresa, bene inteso in termini moderni?
– Il vino di Cirò, Melissa, Strongoli si sta facendo strada.
– Il turismo balneare ha qualche punto di forza abbastanza consolidato a Isola, Melissa e nella stessa Crotone.
– A due passi, c’è un turismo di montagna della Presila. Bisogna migliorare le strade.
– Il turismo culturale è una miniera d’oro ancora poco utilizzata, anzi poco conosciuta.

Vi faccio solo un rapidissimo cenno: Area archeologica di Apollo Aleo a Cirò M.; Area archeologica di Era Lacinia; Area archeologica di Petelia a Strongoli; Castelle; Castello di Cirò; Castello di Crotone; Cattedrale di Umbriatico; Convento di Cutro; Convento di Mesoraca; Convento di Petilia Policastro; Museo di Crotone… E dedico un paragrafo a S. Severina, che negli ultimi decenni è stato un esempio, rarissimo in Calabria, di crescita economica attraverso il turismo culturale, con Castello, Cattedrale, Museo Diocesano… e con frequenti manifestazioni culturali.

– Ecco il punto. Il turismo culturale, purtroppo, è ancora ritenuto in Calabria una faccenda per specialisti e secchioni, e, ancora peggio, da noiosissimi politicamente corretti e piagnoni. Serve una cultura viva ed emozionante e divertente, che attiri tutti… e la conoscenza reale della storia, senza patetiche fantasie. Se nel 510 Pitagora, con un colpo di nervi, mandò Crotone a distruggere Sibari, mica possiamo presentare la cosa come una passeggiata scolastica! Fu una guerra, una delle moltissime migliaia di guerre di tutta la storia umana di ogni angolo del mondo, e non si vede perché giusto Crotone e Sibari dovessero fare eccezione.
– Ne ho di idee, io: però stavolta faccio capricci anche io, e non ve le regalo.

Ulderico Nisticò