Ancora sulla 106


 Tranquilli, amici Calabresi che viaggiate poco: noi non siamo messi bene, ma ci sono aree uguali o peggio; e vi cito Basilicata, Salento, Toscana, Umbria, l’Appennino Tosco-emiliano… E dovunque, Nord incluso anzi di più, l’Italia è stata asfaltificata per convincerci a comprare auto FIAT; con palese danno dei trasporti ferroviari; e annientamento di quelli marittimi di cabotaggio. Questo per la storia, anche di Soverato. Ora parliamo della 106 con l’esperienza personale di chi l’ha percorsa molte volte, e non ne chiacchiera per sentito dire.

 Era il dromos dei Greci, forse l’Aquilia dei Romani, la Via Grande… l’attuale è, e rimane in massima parte quella degli anni 1930. Per la cronaca, sappiate che nel 1932 era a Policoro; nel 1935 a Soverato!!! E con ponti avveniristici, e che non cadranno manco il giorno dell’Apocalisse. Nel 1943 ci provò un sottomarino inglese, ma si beccò una cannonata dalla Batteria della Panoramica: ottima mira, colleghi artiglieri!

 Nel dopoguerra, la 106 venne sopposta a quella che chiamo anarchia stradale, con allargamenti secondo circostanze e capricci e casualità. Esempio famigerato, il tratto Corigliano-Rossano, improvvisamente allargato, e preceduto e seguito da tratti stretti. Uno nostrano: il tratto di Isca, bello largo, e che inaspettatamente e molto pericolosamente si restringe.

 Abbiamo accolto come comodo il tratto detto di Germaneto, che ci salva da Catanzaro Lido. Sappiamo però che lo svincolo di Borgia e il muro proprio di fronte alla Regione sono crollati e ricrollati. Domanda ingenua: è avvenuto il collaudo? E come mai ci sono lavori un giorno sì e uno no? Un’inchiestina, mai?

 Da Locri a Melito PS, e anche in vari altri tratti tra cui Melissa, Botricello e Davoli e S. Sostene, la 106 attraversa i paesi. Storia: negli anni 1930, le marine non c’erano; sorsero dopo gli anni 1950, con il massimo caos e senza la più vaga idea dell’urbanistica e con un piano regolatore improntato al principio FTICCV (ve lo spiego in privato, se non ci arrivate da soli), ed eseguito alla lettera, e fecero tutti a piacimento, erigendo palazzi dovunque ci fosse qualche metro quadro di canneto. Nessun sindaco ebbe l’intelligenza e il fegato di regolamentare la faccenda, quando bastava salvare tre metri a destra e tre a sinistra per allargare la 106. Manco per niente, hanno costruito tutti secondo il principio FTICCV; e tutti pretendendo un bell’accesso per il condominio e uno per il negozio.

 Se mai si farà una 106 nuova completa da Nuova Siri a Reggio, ormai sarà difficile in vari luoghi, e in altri praticamente impossibile, salvo demolire case e ville o interi agglomerati!

 Almeno la Crotone – Simeri è facile, e pare che il progetto sia in corso, con buona pace dei sindaci che suggerivano gli svincoli per il negozietto delle zie. Anche la Trasversale delle Serre procede.

 Detto questo, ripeto che non è la strada ad uccidere. Le cause degli incidenti possono essere molteplici, e non solo la velocità o il telefonino. Ne volete una che le riassume tutte? È che ci sono troppe automobili private, e troppi TIR eccetera, e pochi treni e altri mezzi pubblici; e niente navi, con tanto mare.

Ulderico Nisticò