Barchini, navi e porti


 Onde evitare insipide battute, vi ricordo che l’uso dell’Esercito l’ho proposto io PRIMA di sentire le notizie di stamani 16.

 Quanto alla Marina, non facciamo gare a chi lo ha detto, perché la cosa è ovvia, di fronte a un fenomeno di clandestini che giungono per mare. Come si possa fare, secondo me i passaggi sono i seguenti:

– L’Italia chiede una missione europea;

– L’Europa (dis)Unita dirà di no, anche se con bellissime parole;

– L’Italia sarà, ipso facto, libera di agire;

– Vero che c’è l’articolo 11 della carta del 1948, ma c’è anche il 52: leggeteli tutti e due, e leggeteli per intero.

 Parimenti ovvio che una nave da guerra non può, tecnicamente, fermare un barchino in mezzo al mare. Parimenti ovvio però è che nessuno crede a barchini che partano da soli per affrontare una traversata; ed è molto probabile, direi certo, che i barchini partano da qualche grossa nave cosiddetta “madre”: a Cutro è successo, per esempio. Una nave di notevole stazza non parte da una spiaggia, ma da un porto; e da un porto tunisino, a quanto pare.

 La Tunisia è un problema per l’Italia da quando si chiamava Cartagine (la faccenda fu storicamente più complicata, ma qui non è il caso). La Tunisia di oggi è una delle vittime delle sedicenti primavere arabe con ESPORTAZIONE DELLA DEMOCRAZIA, due operazioni che hanno devastato l’Africa mediterranea. Patisce una crisi economica, ed è a sua volta sottoposta ad immigrazione dall’Africa subsahariana. In questa situazione, l’ultimo dei problemi della Tunisia è una democrazia di tipo europeo: ammesso, e non concesso, che tale democrazia in Europa funzioni.

 L’Europa sedicente Unita è già poco e niente capace di badare all’economia, figuratevi se una Ursula è in grado di fare politica estera e gettare lo sguardo sulla geopolitica. Basta considerare l’inettitudine europea circa la guerra in Ucraina. Oggi l’EU sta nicchiando sugli aiuti alla Tunisia: tanto il guaio è dell’Italia, e Francia e Germania si tirano fuori.

 Ci pensi l’Italia, come fece con l’Albania quando al governo c’era Prodi: sì, proprio lui con il suo faccione pacioso; ma lo faccia in modo meno pasticcione, e senza causare morti.

 Uso delle armi? Ragazzi, vi ricordare la guerra alla Serbia con uranio “impoverito”? Era presidente del consiglio tale D’Alema. Peccato che, rimbambito per età come sono, non ricordo i nomi dei ministri di quel governo. Cercateveli e fatemelo sapere.

Ulderico Nisticò