Il biologo marino, Luciano Bernardo, racconta, durante il suo viaggio in Calabria, un evento molto raro: uno spiaggiamento avvenuto venerdì di centinaia di salpe sulla costa di Montepaone. “Quel venerdì 16 luglio – ricorda il biologo – il mare di Montepaone era straordinariamente calmo e trasparente, d’un colore azzurro così intenso da riempire gli occhi. Il mio amico Gianni era andato a “saggiare” l’acqua, mentre io mi preparavo per la prima uscita in snorkeling. All’improvviso, mi chiama: “Luciano, vieni subito a vedere”.
Gianni è un tipo che si entusiasma anche per un pescetto o una bella conchiglia, ma il suo tono perentorio prometteva qualcosa d’importante. Certo, non immaginavo lo spettacolo che mi si sarebbe presentato. Il mare era pieno di creature trasparenti e gelatinose. Alcune isolate altre, più piccole, riunite in lunghi cordoni. I bagnanti osservavano incuriositi, ma anche preoccupati che si trattasse di meduse urticanti. Invece, erano salpe (Salpa maxima), organismi innocui che vivono in mare aperto e che difficilmente si ha l’occasione d’incontrare. Questa volta erano giunte fino a riva, sospinte dalla corrente, e avevano invaso centinaia di metri di litorale”.
“Le salpe – spiega – sono ben diverse dalle meduse, con le quali condividono solo la consistenza gelatinosa e le abitudini di “vagabondi” del mare. Appartengono, infatti, al phylum dei Cordati, che raggruppa anche i Vertebrati, quindi sono molto evolute e complesse. Hanno una forma cilindrica (somigliano vagamente a bottiglie di plastica!), con due grosse aperture per l’entrata e uscita dell’acqua dalla quale trattengono l’ossigeno e il nutrimento”.
“L’espulsione dell’acqua, per contrazione delle fibre muscolari circolari, consente loro di spostarsi, ma non di contrastare la corrente che le trasporta alla deriva. Vicino all’estremità posteriore è presente un vistoso nucleo rosso contenente l’intestino ed è presente anche un cuore che pompa una sorta di sangue incolore. Le forme aggregate possono raggiungere diversi metri di lunghezza e si formano per un processo di gemmazione degli individui solitari. In poche ore, le salpe sono finite sulla spiaggia, o sono cadute sul fondo, e tutto è tornato alla normalità”.
“Nel pomeriggio, a coronamento d’una giornata memorabile, è apparsa anche una fantastica cintura di venere (Cestus veneris), dall’aspetto di un delicatissimo nastro trasparente. Si muoveva ondeggiando nell’acqua e con le sue file di lamelle vibratili produceva effetti iridescenti. Il nostro pianeta ha due ruggiti, il mare e la montagna. Ma il mare assomiglia di più a un altro mondo!”.