Chi ha paura dei Casamonica?


Cos’è la paura? Per averne una definizione accurata bisognerebbe individuare tutti i sindaci di Roma dal 1997 ad oggi e chiederglielo senza, però, spaventarli troppo. Perché potrebbero non rispondere o farlo a spizzichi e bocconi.

Se lo chiedessimo a Rutelli, sindaco dal 5 dicembre 1993 all’8 gennaio 2001, sicuramente risponderebbe che la paura è subentrata subito dopo aver emesso l’ordinanza di sgombero e di demolizione delle case dei Casamonica. Perché, politicamente serviva per una riconferma al “soglio” capitolino (rieletto il 16 novembre 1997), ma praticamente, il solo portare a termine le direttive descritte all’interno dell’ordinanza, avrebbe provocato l’inevitabile coloramento a tinte marroni delle sue mutande.

Se lo chiedessimo a Veltroni (sindaco dal 28 maggio 2001 al 13 febbraio 2008), forse risponderebbe che, siccome ad emanare l’ordinanza ci aveva già pensato il “compagno” Rutelli, a lui non restava altro che eseguirla. Ma ci avrebbe anche chiesto di metterci nei suoi panni per constatare con la viva mano dell’esperienza diretta che si può tanto tremare di freddo che di paura, e quando tremi dalla paura perché puoi fare qualcosa che può costarti caro, allora prima di fare qualsiasi cosa, ci pensi cento volte. E pensandoci intensamente, nel frattempo è scaduto il suo mandato. Che peccato!

Allora potremmo chiedere ad Alemanno, sindaco dal 29 aprile 2008 all’11 giugno 2013, cos’è la paura. E lui, senza fallo, ci risponderebbe arrabbiato che se Rutelli e Veltroni con i loro due mandati non sono stati in grado di dirimere la matassa, cosa volete che possa rispondere lui che non è nemmeno stato rieletto. Che lui non ha avuto paura di cacciare i Casamonica dalle case d’oro che si erano abusivamente costruiti, ma che non ha avuto il tempo di eseguire quell’ordinanza perché aveva altre cose più importanti da fare in quel poco tempo che i romani gli avevano concesso per fare il primo cittadino. Come rinfoltire le già esasperanti fila delle municipalizzate con schiere di clientele volte a depredare le già povere casse della capitale. Ad esempio!

Infine, potremmo chiederlo a Marino, ma se Alemanno ha avuto poco tempo, cosa volete che vi risponda un sindaco che è stato a capo della città più importante d’Italia soltanto dal 12 giugno 2013 al 31 ottobre 2015? che vista la scadenza del suo mandato, la massima espressione di paura che potrebbe descrivere senza timori di sbagliare, è che quella notte era Halloween e che se avesse dato seguito all’ordinanza, qualcuno avrebbe potuto bussare alla sua porta vestito da Casamonica per chiedergli “dolcetto o scherzetto”. E che la paura non era tanto il dolcetto, ma lo scherzetto che, a naso, non sarebbe stato troppo simpatico.

Che dite se, invece, proviamo a chiederlo alla Sindaca attuale cos’è la paura? A quella che senza colpo ferire, è riuscita laddove tanti altri predecessori avevano miseramente “voluto” fallire? Forse ci risponderebbe che ha una paura fottuta ad aver dato seguito ad una ordinanza di sgombero che riguarda case del clan più criminale che Roma ricordi dalla Banda della Magliana. Ci direbbe che seppure burocraticamente è stato uno stillicidio, in soli dieci mesi è riuscita a sbloccare una vicenda ridicola. Che si aspetta rappresaglie, anche di una certa rilevanza, ma che eliminare la paura da una città come Roma viene prima di una qualsiasi paura personale. Che comunque non è sola, che con lei c’è la polizia municipale, i vigili del fuoco, i carabinieri, la polizia, le istituzioni (dalla Regione di Zingaretti, al ministero di Salvini), la gente comune. Che forse Roma ha qualche buca di troppo e alberi che si abbattono sull’asfalto alle prime piogge, ma anche che se si collabora tutti insieme, i risultati si raggiungono sempre e bene.

Ecco! Alla fine delle interviste, forse non avremo ancora chiaro cosa possa essere la paura, ma quantomeno avremo una indicazione di massima di come sarebbe bene essere e non essere se si vuole fare politica seria in Italia.

Gianni Ianni Palarchio (Blog)


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