Chi sono i candidati al parlamento europeo (p.e.)?


Gli ascari, quelli veri

 La questione, ormai continentale, degli agricoltori è la dimostrazione, l’ennesima dimostrazione che l’Europa non funziona. Riassunto:

– Manca dell’essenziale per divenire un mito, un sogno, un ideale; e non c’è niente di nemmeno lontanamente paragonabile ai grandi moti patriottici tedesco, italiano, ungherese, polacco… del XIX secolo. Avete mai letto una poesia ispirata all’Europa? ahahahahahah!

– Il massimo vantaggio per i singoli cittadini è che si transita senza passaporto; e nemmeno è vero, perché l’ultima volta che sono stato in Francia mi hanno controllato la carta d’identità ogni due minuti.

– L’EU non conta niente in politica estera, anzi non si preoccupa di averne una.

– Le decisioni interne vengono assunte da anonimi burocrati di dubbia origine e dalle opinioni campate nell’aria di folli ideologie alla moda.

– E che nessuno controlla.

 E veniamo ai controlli. Esiste dal 1979 un p.e., del quale però non abbiamo mai sentito parlare manco per caso; e tutti sappiamo che è un CIMITERO DEGLI ELEFANTI, dove vengono collocati i rottami della politica, e solo per beccarsi uno stipendione.

 A giugno prossimo si vota; e siccome oggi è già febbraio, mancano tre mesi dalla campagna elettorale ufficiale; e tra un paio di mesi al più dovremmo conoscere i nomi dei candidati. Finora se ne fanno, e nemmeno sicuri, due (02): la Meloni e la Schlein; due candidature, se ci saranno, giusto per attirare voti.

 I voti, nel 2024, anzi da trent’anni, sono esattamente e solo voti. Esempio: io, che non ho tessera dal 1994, ho lasciato casa mia, sono entrato nel seggio (metri 70 circa), ho salutato gli amici presenti, ho messo due velocissime X su FdI (dopo Spirlì, niente più Lega); e, risalutati gli amici, me ne sono andato per i fatti miei. Ecco, io che mangio pane e politica da quando mangiavo latte materno, questo è il meschino tempo che ho dedicato alle ultime elezioni; e probabilmente a giugno 2024 farò lo stesso, e con tale atteggiamento di rinascimentale sprezzatura, e senza accorgermene, consentirò l’elezione di qualche elefante da spedire nel ricco cimitero di cui sopra; e non saprò chi è. Non sarà dunque un elefante morto, ma un elefante zombi.

 Chi candida i candidati? Beh, almeno una volta alcuni partiti popolari (DC, PCI, MSI) tenevano riunioni, litigavano pure, comunque sceglievano dei nomi. Oggi troveremo liste con Pinco e Palla e Caio e Mevio; i quali, per i meccanismi automatici, saranno doviziosi deputati del p.e.; e così anonimi che io non potrò nemmeno pigliarli a pesci in faccia, giacché di persona non li riconoscerò dalle ritoccate foto pubblicitarie.

 Lezioncina di storia. L’antiparlamentarismo, che è antico quanto i parlamenti greci romani medioevali (ed un Marcel diventa ogni villan che parteggiando viene: Purg. VI), borghesi, ebbe proprio questa origine: chi candidati i candidati? Esempio: nel 1861 il primo parlamento italiano contava una buona maggioranza numerica di deputati meridionali; ma erano quasi tutti quegli ignoranti con laurea di cui, allora come oggi, il Meridione brulica, e non prendevano la parola per sconoscenza della normale lingua italiana. Li chiamarono ascari, ma era un’offesa indegna nei confronti dei nostri valorosissimi e dignitosissimi soldati e carabinieri (zaptiè) somali, eritrei, libici e poi anche etiopici.

Ulderico Nisticò