Cinquemila tonnellate di rifiuti speciali sarebbero stati scaricati nel torrente Valanidi, da un’azienda che svolge attività di demolizioni.
La DDA di Reggio Calabria ha coordinato l’operazione dei Carabinieri che ha portato all’esecuzione di 5 misure cautelari. Colpita un’organizzazione criminale che, attraverso false attestazioni, avrebbe consentito a mezzi pesanti di riversare, lungo il letto del corso d’acqua, materiale inerte e residui fangosi, scarti di cantieri e di demolizioni.
Gli indagati sono titolari e dipendenti dell’azienda, con età compresa tra i 35 e i 65 anni, con vari precedenti per crimini ambientali ed associazione di tipo mafioso.
L’alveo del torrente, secondo gli inquirenti, sarebbe stato fortemente alterato e le acque deviate dal loro corso a causa delle barriere create dalla stratificazione e della compattazione dei materiali illecitamente smaltiti.
E questo in una zona già classificata a rischio sotto il profilo dell’assetto idrogeologico, con possibili effetti devastanti per gli 83 nuclei familiari residenti nelle adiacenze.
La stessa area, nel 1953, era stata colpita dall’esondazione del torrente, provocando la morte di 44 persone.