Come sono state disegnate le Regioni


 Da un punto di vista istituzionale, l’Italia si formò per annessioni al Regno di Sardegna: 1859-60, Lombardia senza Mantova, Parma, Modena, Bologna e Ferrara, Toscana; cedendo alla Francia la Savoia e Nizza; autunno 1860, Marche e Umbria; Meridione e Sicilia. Proclamato il Regno d’Italia (più esattamente, il re), si aggiunsero nel 1866 Mantova e il Veneto; nel 1870 Roma e il Lazio.

 Entro questi confini, vennero disegnate le Regioni. Disegnate, ripeto, giacché esistevano solo sulle cartine geografiche, senza quasi alcun effetto giuridico e amministrativo. Le Regioni del 1861 erano solo somme di Province pitturate sulle mappe.

 Qualcuno, con un poco di geopolitica e molte reminiscenze scolastiche, così colorò: Piemonte, con attuale Val d’Aosta, ed entro i confini del Ticino conquistati tra 1700 e ’48; la Lombardia aveva perso Novara, Vercelli… ma acquistò Brescia e Bergamo, da secoli parte della Repubblica di Venezia, e nel 1866 Mantova; il Veneto in quell’anno conquistato dall’Italia comprendeva il Friuli, ma non Gorizia, che, restò all’Austria, come Trento, Bolzano, Trieste, Istria, Dalmazia.

 Nel 1861 era stata disegnata la Liguria, che somigliava, con mediatizzazione dei feudi imperiali nel 1796, all’antica Repubblica di Genova; ma la Corsica era andata perduta nel 1768.

 La Toscana comprendeva il Granducato, che venne esteso a Massa già del Ducato di Modena; si era annesse nel 1815 l’Elba dopo il breve “Impero” di Napoleone; e Lucca nel 1847. Nel 1923 però la Romagna Toscana verrà trasferita alla Provincia di Forlì, quindi colore Emilia – Romagna.

 Venne tracciata, infatti, una Regione Emilia – Romagna, mettendo assieme il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla; il Ducato di Modena e Reggio senza Massa; e le Legazioni pontificie di Bologna e Romagna. Inedita istituzione, senza nemmeno alcun precedente storico.

 Le Marche corrispondono alla Regione attuale.

  L’Umbria del 1861 comprendeva anche Rieti. Dopo il 1870, venne disegnata una Regione Lazio, con Rieti; e con Gaeta, da secoli parte del Reame, e i Feudi farnesiani, del resto prima di fatto poi di diritto annessi al Regno di Napoli, dal 1816 Due Sicilie; e Pontecorvo fino al 1860 pontificia.

 Dai tempi di Filippo II (1555-94), il Regno che per brevità chiamiamo di Napoli era diviso in Province: Abruzzo Citra, Abruzzo Ultra, Molise, Capitanata, Terra di Bari, Terra d‘Otranto, Basilicata, Terra di lavoro, Principato Citra, Principato Ultra, Calabria Citra, Calabria Ultra; con modifiche nel 1816, tra cui le tre Province calabresi che abbiamo conosciuto fino al 1994: per brevità, Cosenza Catanzaro Reggio.

 Vennero disegnate, invece, le attuali Regioni di Calabria [Calabrie]; Basilicata; Campania con Benevento da secoli pontificia; Puglia [Puglie]. Ebbe la sua cartina la Regione Abruzzo [Abruzzi] e Molise; finché nel 1963 il Molise non fece secessione.

 Le geografia rese Regioni le due isole maggiori.

 Nel 1918, con la Prima guerra mondiale, vennero individuate le tre “Venezie”: Tridentina, con Trento e Bolzano; Euganea con attuale Veneto e il Friuli; Giulia con Gorizia, Trieste, Pola, Zara, e dal 1924 Fiume; dal 1941 al ’43, Lubiana e Dalmazia.

 Tutto questo, ripeto, sulla carta, più esattamente sulle cartine geografiche; finché non venne alla luce, dopo travagliate e in buona sostanza arcane vicende, una Regione Sicilia, sancita con decreti di Umberto di Savoia luogotenente e poi re, quindi prima del 2 giugno 1946. Regione autonoma, che, a leggere lo statuto, sarebbe un mezzo Stato federato: meno male che non lo ha mai letto nessuno. Seguirono le Regioni autonome Sardegna, Val d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, mutilata dei territori persi con il trattato di pace; e Trentino Alto Adige, in seguito due Province autonome – molto e riccamente autonome – di Trento e Bolzano.

 A che serve questa pappardella storiografica? A chiarire le idee a tutti quelli che cadono dal pero. Alcune Regioni autonome esistono già, una dal lontanissimo 1946. Le Regioni sono state disegnate come sopra spiegato, e non raramente anche modificate.

 Perciò non sarebbe una tragedia greca se il Meridione divenisse una Regione sola, Ausonia, con Molise Puglia Basilicata Campania Calabria. E se si desse, in autonomia, delle istituzioni regionali che non siano la brutta copia del sistema partitocratico nazionale. E se si trovasse costretto a scegliersi con criterio una classe dirigente migliore di quella, per esempio, della Calabria dal 1970 al 2022: ci vuole poco, atteso che, con quella 1970-2022, la Calabria è l’ultima d’Europa.

 Oggi è l’ultima, oggi che ancora l’autonomia non c’è. Siccome ultimo è già superlativo, cioè non c’è niente sotto ultimo, la Calabria non può peggiorare. E chissà se l’Ausonia non migliori?

 Farà un po’ male a qualcuno? Pazienza, sarebbe come quando subiamo un’operazione chirurgica sperando e ottenendo alla fine un effetto positivo.

Ulderico Nisticò