Contadini in rivolta contro l’Europa


 Vi sarete accorti che per un paio di giorni la stampa e le tv hanno quasi sorvolato sulle grandi manifestazioni degli agricoltori in Germania e Francia. Hanno provato a fare lo stesso con la sfilati dei trattori in Calabria, finché sono stati costretti a mostrare l’autostrada bloccata e l’assedio della Cittadella. Per carità, insurrezione civilissima, però tosta.

 Un cenno storico: in Calabria le rivoluzioni avvengono una volta ogni tanti secoli; però, quando avvengono…

 I contadini calabresi, come quelli francesi e tedeschi, dubitano del sommo Virgilio e del suo “o fortunati, tantum sua si bona norint”; altro che fortunati, i contadini calabresi ed europei, tra spese e tasse e altro che diremo; e quelli della Valle del Reno devono stare anche peggio.

 Eppure, hai voglia di fare lo scienziato: senza la campagna non si mangia! La carne di plastica e i peperoncini in provetta, li ingurgitino i passacarte di Bruxelles. E anche i pomodori importati da non si sa dove e spacciati per spagnoli e roba simile.

 Ecco cosa si scopre: che la protesta agricola è contro l’Europa, contro il miticello della culturella vulgata, che è “ce lo chiede l’Europa”; oggi tantissimi se ne impipano dell’Europa e dei suoi arzigogoli ideologici, che poi molto spesso sono poco puliti e spiccioli interessi.

 Torneremo su questo argomento quando ne sapremo di più. Ora chiediamoci cos’è l’Europa, e chi sono i burocrati di Bruxelles, e chi li nomina, e chi li controlla.

 Finora, non li controlla nessuno. Il PARLAMENTO EUROPEO, da quando esiste, è il cimitero degli elefanti, dove vengono sistemati quelli che non trovano posto altrove; e beccano un mare di soldi per non fare niente.

 Ma i poteri… e lo so che sulla carta i poteri del parlamento europeo sono fumosi e formali; però niente vieterebbe a un parlamentare europeo di esercitare il SINDACATO ISPETTIVO, cioè entrare in un ufficio e vedere che fanno i sederoni piatti di Bruxelles, e battere il pugno sul tavolo. Niente lo vieta, tranne il fatto di essere e sentirsi un elefante malato in un cimitero dei morenti.

 Che dobbiamo fare? Dobbiamo, per giugno prossimo, candidare gente seria e fattiva. Oggi si parla solo delle eventuali candidature di Giorgia ed Elly, che sarebbero giusto di bandiera; ma con questo fanno dimenticare che le liste sono molto più lunghe di Elly e Giorgia.

 Per quanto mi riguarda, se leggerò nomi di pinchipallini qualsiasi, e tromboni sfiatati di partito, nessuno mi obbligherà a votare. Regolatevi.

 Ecco un’arma potentissima che possono usare i contadini europei e calabresi: il voto-

Ulderico Nisticò