Diminuire nettamente i parlamentari, e non solo


Un bel disegno di legge propone di eliminare circa 350 parlamentari. Ottimo, anzi ne restano sempre troppi. Lo stesso per consiglieri regionali, provinciali, comunali…
Vi ricordare quando a Soverato ce n’erano trenta (30)? E quante retribuite sedute!

Ovvio che, meno ce ne sono, più si risparmia. Ma non è questo il punto.
Il punto è insito nell’assetto costituzionale del 1948, che è esplicitamente e dichiaratamente partitocratico, e quindi fondato sul proporzionale. Bisognava assicurare una rappresentanza a partiti altrimenti inesistenti come Liberali, Repubblicani, Socialdemocratici eccetera; che poi andavano, chissà perché, anche al governo.

I partiti facevano le liste, e, attraverso meccanismi elettorali, eleggevano i fortunati vincitori della lotteria.
Da allora, le Camere, su un totale di 960 circa per turno, sono state occupate da almeno 800 inutili e muti; potentissimi al paese, quasi ignoti a Roma; superpagati per votare a comando.
Fu questa la causa della pessima qualità delle classe politica parlamentare, regionale eccetera.

Pochissimi rappresentanti, quanto meno consentirebbe di conoscerli, di controllarli: come avviene negli Stati Uniti, dove le due Camere contano un numero ridottissimo di persone. E dove se un repubblicano passa democratico o viceversa, a N. York non lo rileggono, ma in Arizona magari di sparano. Idem se non rispetta le promesse elettorali.
Già, perché l’altra causa del disastro è la mancanza di vincolo di mandato, per cui oggi un deputato o senatore o consigliere, una volta eletto, fa il comodo suo, e cambia un partito a stagione: se vi dico Emma Bonino o Dorina Bianchi, voi a quale partito pensate? Ahahahahah.

Avrei altre idee sulla composizione stessa delle Camere e sulle loro funzioni; per ora, vi basti che sono lietissimo della proposta di riduzione, e spero sia approvata il più velocemente possibile.

Ulderico Nisticò


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