E se la legge Delrio risultasse omofobica?


DELRIO2Negli ultimi anni il nobile Comune di Borgia ha visto cadere più sindaci che foglie, una volta per crisi politiche e qualche altra volta per incidenti più oscuri. Deve avere qualche problemino di fondo, il paese, tra partiti e logge massoniche e confraternite e innumerevoli altre occasioni di litigiosità anche inconfessabili, e a Borgia mancava solo la legge Delrio, quel furore giacobino ideologico che obbliga a tenere nelle Giunte un certo numero di gonnelle; e non perché siano donne di valore, e abili, e di esperienza politica o amministrativa o lavorativa, no, solo perché femmine, anagraficamente femmine.
Diffidato in nome del suddetto furore, il sindaco spacca la sua maggioranza, spacca il suo partito, si avvia a una bella crisi, ma mette una signora al posto di un signore; il quale signore, che per altro è il vicesindaco, se la prende male. A quando la prossima caduta di un sindaco a Borgia?
Dite voi, ma in Norvegia… ma la democrazia. Gran bella cosa, la democrazia! E allora, sapete che vi dico io? Che, in nome della democrazia più radicale, la legge Delrio è antidemocratica, anzi, horribile dictu, contrasta con l’ideologia gender, ed è palesemente omofobica, in quanto afferma, per legge, che ci sono al mondo solo i maschi e le femmine tipo quanto scritto nella Genesi, mentre l’ideologia gender afferma il contrario e la si insegna pure all’asilo se la maestra è abbastanza matta e ha letto abbastanza libri scemi.
Morale, la legge Delrio è decisamente anticostituzionale; e se io fossi il vicesindaco defenestrato di Borgia, avrei già spedito un bel ricorso alla Corte Costituzionale, ente famoso per le sue pronunce fantasiose; o, a colpo sicuro, alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che dà sempre ragione a tutti, e vedrete che darà sempre ragione a lui, contro questa legge omofobica e biblica!

Ulderico Nisticò


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