Escalation


 Vi ricordate, qualche mese fa, il patriarcato? Se pioveva, era colpa del patriarcato, ed era colpa del patriarcato se faceva troppo caldo. Poi si sono accorti(e) tutti che il famigerato e fragile Filippo è l’esatto contrario del patriarcato, e la parola è sparita non solo dalle analisi politiche ma anche dalle suddette previsioni metereologiche.

 Oggi la parola magica è quella angloamericana scritta ESCALATION, e pronunziata con la più allegra varietà di fonetica angloromanesca e anglosicula e anglomeneghina. Il linguista si riconosce l’ennesima parola neolatina dell’inglese, sia scala, sia il suffisso –tion. Detto questo per svago, veniamo alla dilagante escalation, scalata.

 Tutti quelli che la temono, stanno pensando all’allargamento del conflitto di Terra Santa, con una possibile guerra – del resto già iniziata – fra lo Stato d’Israele e l’Iran: l’Iran, ragazzi, non la Repubblica d’Andorra; l’Iran, che è grande e potente già da solo, e che è alla testa dei musulmani sciiti, che vivono in Afghanistan, Libano, Yemen e in altri posticini tranquilli del genere. I taleban(i) non vedono l’ora di menare le mani (magari con lo stesso ben noto successo di un paio di anni fa!), e figuratevi Hezbollah e quelli che ancora qualche giornalista politicamente corretto chiama “ribelli Houti”, e non sappiamo manco ribelli a chi, e comunque governano vari territori e minacciano il Mar Rosso. Vi basta, come escalation?

 Le cose lunghe, dicevano i nostri vecchi, divengono serpi; e lo Stato d’Israele, che è capace di fare la guerra ma non è capace di vincerla, però la allarga; e Biden, nel tentativo poco fortunato di non perdere le elezioni, deve da una parte mandare armi a Tel Aviv, e dall’altra dire di non usarle: una confusione peggio del patriarcato.

 L’Europa non esiste; l’ONU è una cosa patetica. Gli Occidentali, Italia inclusa, si sbracciano a dar ragione a Netanyau, ma è un mantra sempre più fievole e con la faccia di chi è pochissimo convinto, e dice le cose per circostanza come le condoglianze ai funerali degli anonimi. Si notano alcuni silenzi che non dico se no mi bannano per tre secoli, però sono davvero curiosi. Ogni tanto spuntano i pacifisti, i quali vogliono la pace, però non ci dicono mai quale pace e dove e come: i dotti chiamano ciò irenismo.

 Intanto assistiamo, con pronunzia di tutte le regioni d’Italia, al pullulare dell’ESCALATION, che non è più solo una parola di moda, ma sta diventando una “scalata” davvero. Anche la Guerra di Troia iniziò per una scappatella, e poi intervennero i Traci, le Amazzoni, gli Etiopi: questi ultimi, guidati da Memnone, fecero, di passaggio, una guerra contro i Solimi. Se a tale proposito vi vengono in mente pensieri indiscreti, amici lettori, ecco, avete proprio indovinato: del resto, la strada dall’Etiopia a Troia… E, dai tempi dei tempi, chi possiede Gaza possiede l’Asia.

Ulderico Nisticò