Ex liceali di Soverato: un anno su WhatsApp


whatsappE’ trascorso quasi un anno da quando per dare l’ultimo saluto ad una compagna alcuni liceali del soveratese si sono ritrovati insieme, anche coloro che da quasi 20 anni si erano persi di vista. Per non perdere i contatti avevano pensato di aderire ad un gruppo su WhatsApp creato da uno di loro, che annoverava pochi iscritti. Così da allora il “Gruppo” che conta utenti stabiliti in diverse parti del mondo, si è ingrandito, non si è fermato un istante e viaggia con circa 20/25 frequentatori più o meno presenti, sulla media di 200 messaggi al giorno. Si tratta di un gruppo cd chiuso , nel senso che requisito essenziale per parteciparvi è di essere un ex compagno di classe. L’unica eccezione ammessa per una particolare circostanza è per lo scrivente, il quale anche se segue poco il gruppo, qualche volta non può negare che infilarsi in mezzo alle discussioni rappresenta un piacevole e divertente intrattenimento. Ma dopo un anno di “ritorno al passato” che cosa esce fuori da questa generazione che negli anni ’80 ascoltava (ancora ora) Vasco Rossi, Antonello Venditti, Francesco De Gregori, Spandau Ballet etc. ? Certamente sarebbe stata una bella domanda per uno psicologo a cui affidare una ricerca sulle abitudini di coloro che sono da non molto entrati negli “anta”, ma tentiamo comunque di rispondere, con una premessa: al termine dell’anno tutti gli allievi sono promossi a pieni voti e possono continuare dunque a uazzapare. Un comune denominatore per tutti/e sembra proprio WhatsApp e in subordine Facebook (addirittura l’ing. del gruppo – e non poteva essere diversamente – , ha tentato e forse ci è riuscito a portarsi sul Pc la chat di WhatsApp). E’ una generazione di 40/enni che sebbene gli anni del liceo o dell’Università si allontanino sempre più, sembra sentano ancora vicinissimi. Qualcuno nei suoi monologhi audio e video, mantiene come un tempo, una retorica vagamente da play-boy e non manca di mettere in mostra le sue performances atletiche rimbalzando i resoconti (taroccati?) di “runtastic”. Non perdono occasione alcuni anche se distanti di organizzare rimpatriate lampo nel week-end in posti trend rilanciando sulla chat gli immancabili selfies che gli iscritti attentamente osservano e commentano. C’è chi poi sin dal mattino, presenta il suo problema quotidiano: il traffico, il caldo, il gatto che sta male, i figli che hanno combinato qualcosa, il marito insofferente, ed ancora chi durante la giornata presenta il menù del pranzo o della cena subendo le forti critiche del convinto vegano del gruppo. Vero è che la sensazione è di trovarsi innanzi ad una generazione che fa il possibile per non crescere, almeno quando si relaziona con i suoi coetanei. Forse direbbero i più maligni, un atteggiamento prodotto dalla paura di invecchiare. Per il momento però le curve mozzafiato di chi esibisce la prova-costume assecondano l’idea che ad una gioventù fuori non può non corrispondere una gioventù dentro. Intanto a chi come lo scrivente soffre la sindrome di Peter Pan, ovvero quella di essere rimasto un eterno bambino, coloro che aderiscono al gruppo danno l’impressione di essere troppo maturi. Nonostante i dubbi, le incertezze, la pigrizia, la voglia di rimandare, tutti sembrano che vogliano portarsi dietro il proprio passato convinti che il presente debba conformarsi ad esso. Inevitabilmente dunque “crescono” (invecchiano?). Forse, senza i social networks non sarebbe stato possibile. Diciamola tutta: mettere faccine e cuoricini in mezzo ai messaggi ringiovanisce. Ma ancor di più giocare a fare i giornalisti per poi “linkare” l’articolo sulla chat piuttosto che battere direttamente su di essa il testo !! 🙂 f.g.

Fabio Guarna (Soverato News)


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