Una frode all’Inps per circa 5 milioni di euro è stata scoperta dalla Guardia di Finanza nel Reggino, dove sono stati individuati oltre 1.000 falsi braccianti agricoli, alcuni dei quali in odore di ‘ndrangheta. I finanzieri del gruppo di Locri, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno accertato, in collaborazione con personale dell’ufficio vigilanza ispettiva dell’Inps di Reggio Calabria, una truffa aggravata ai danni dell’istituto previdenziale, perpetrata da 31 aziende agricole operanti nel comprensorio, per gli anni dal 2012 al 2018, mediante l’assunzione fittizia di oltre 1.000 dipendenti con un danno alle casse dello Stato per circa 5 milioni di euro.
Le imprese presentavano all’ente previdenziale falsi contratti di affitto o comodato di terreni riconducibili anche a soggetti ignari, completamente estranei alla truffa, nonché denunce aziendali trimestrali attestanti l’impiego, mai avvenuto, di operai al fine di consentire l’indebita percezione di indennità di disoccupazione, malattia, assegno nucleo familiare e maternità. Nel corso delle indagini sono state acquisite informazioni dai proprietari dei terreni estranei alla truffa e, attraverso l’analisi documentale, sono state ricostruite le false dichiarazioni e comunicazioni all’Inps dei falsi datori di lavoro.
Oltre 125.000 giornate lavorative mai effettuate e comunicate che hanno generato indennità previdenziali e assistenziali per circa 5 milioni di euro. Gli accertamenti hanno consentito di appurare che non sono stati versati nelle casse dello Stato contributi previdenziali Inps a carico delle aziende agricole segnalate per circa 770 mila euro. Le Fiamme Gialle hanno anche effettuato sul conto di tutti i soggetti coinvolti accertamenti economico-patrimoniali constatando, in capo ad alcuni braccianti agricoli, il possesso di beni mobili di lusso e immobili di pregio a fronte di una modesta situazione reddituale.
Le indagini si sono concluse con la denuncia dei rappresentanti legali delle imprese per le ipotesi di reato riguardante la truffa aggravata ai danni dell’Inps e la falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico mentre. I 1.000 falsi braccianti, alcuni dei quali in passato già denunciati per associazione per delinquere di stampo mafioso, sono stati segnalati per il reato di truffa aggravata in concorso con il fittizio datore di lavoro. Sono in corso ulteriori accertamenti in relazione alle indebite prestazioni ricevute al fine di procedere alla constatazione delle violazioni tributarie in ordine all’instaurazione dei rapporti di lavoro risultati irregolari con la conseguente tassazione dei proventi illeciti.