Guterres: anche i muti parlano


 Che l’ONU sia un gigantesco e costosissimo ente inutile, è palese dal lontano 1921. Più inutile ancora si è mostrato, fino a ieri 24 ottobre, l’attuale segretario generale, António Manuel de Oliveira Guterres. Che fosse del tutto afono, lo mostra il suo lunghissimo tombale silenzio sulla guerra tra Russia e Ucraina.

 E invece, all’improvviso, il miracolo: Guterres ha parlato. Sottovoce, sussurrando, ma ha parlato. E che ha detto? Ma quello che pensiamo tutti: che la nuova, l’ennesima guerra in Medio Oriente non è iniziata il 7 ottobre 2023, ma dura, dice lui, da 56 anni; si riferisce, credo, al 1967, anche se dura dal 1947, non senza precedenti; il più antico, dal 1929.

 Lo sa chiunque non dico faccia lo storiografo sul serio: lo dovrebbe sapere chiunque abbia un poco di memoria di cose sentite in tv e lette sui giornali. Io, bimbo molto sveglio, ho tra i miei ricordi attualissimi il ritorno di Trieste alla Patria nel 1954, l’invasione comunista dell’Ungheria e la rischiata guerra per Suez e la guerra tra Israele e l’Egitto, nel 1956. Figuratevi le guerre del 1967 eccetera. Un segretario dell’ONU certe cose le deve sapere, anzi è ben pagato per saperle. Dovrebbero saperle anche i governi e i giornali; e non tentare di far credere che tutto è cominciato due sabati fa, e prima nella Valle del Giordano e a Gaza aleggiava la pace degli Angeli. Non è così, e persino se ne accorge il silente Guterres.

 Lezioncina di polemologia. In una guerra, insegnano i Greci, bisogna distinguere: la causa reale e profonda (αἰτία), il pretesto ideologico (πρόφασις) e chi ha iniziato (ἀρχή). Ovvio e banale che conta la causa, mentre il pretesto ha solo valore propagandistico, e il primo colpo è un mero caso. Esempio, quando l’Europa si dilaniò nella Prima guerra mondiale, nessuno si ricordava che era stato assassinato un pacioso principe austro-ungarico. Altro esempio: la Seconda guerra mondiale iniziò per lasciare Danzica città libera, e finì con Danzica e la Polonia in mano ai Sovietici. Sovietici di cui, nel 2023, credo non si ricordino nemmeno i più nostalgici di Lenin.

 Anche la Guerra di Troia iniziò per Elena, e poi vi si ficcarono, oltre a tutti gli dei dell’Olimpo, persino le Amazzoni, i Traci e gli Etiopi. Intanto Elena, per quanto fosse la donna più bella del mondo, pure lei invecchiava; e, come leggiamo nella Telemachia dell’Odissea, anche Menelao alla fine si dimenticò della decennale avventurella della moglie con Paride.

 Lo stesso se torniamo a Isacco – Israele, e al suo reietto fratello Ismaele. È come se, per trattare con la Tunisia, noi tirassimo in ballo le tre Guerre puniche! Una storia molto interessante, inclusi i cinque anni di Annibale in “Calabria”: ma è finita nel 146 aC, 22 secoli fa.

 Tutte queste cose e varie altre non sono di competenza di Guterres, che non è stipendiato per fare lo storiografo. Lo storiografo lo faccio io; e, qualche tonno a parte, προῖκα. Mi capisco da me, o procuratevi un vocabolario greco.

 Conclusione, l’ONU o qualsiasi altro, devono trovare una soluzione, non fare tifoseria pro questo o pro quello. L’ONU, ho pochissima fiducia; ma almeno lo zitto Guterres ha lanciato un sasso, anzi un macigno in piccionaia.

 Ora nessuno (nemmeno il governo italiano e i suoi sostenitori!!!), può fare finta che Guterres non abbia parlato.

 Nemmeno gli Stati Uniti, che, come tutti sanno (tutti? ahahahahahah!) calano l’asso del loro diritto di veto ogni volta che l’ONU nomina Israele.

 Nemmeno lo Stato d’Israele, che, chiedendo le dimissioni di Guterres, mostra chiaramente di sentirsi toccato nel vivo.

 Se qualcuno vuole la pace, deve assumere provvedimenti concreti e credibili.

Ulderico Nisticò