Halloween è sempre stata italiana


Qualcuno di voi stanotte avrà indossato un abito macabro, si sarà infilato in macchina e raggiunta la discoteca che organizzava la festa di halloween più figa della zona, si sarà dato alle danze più sfrenate. E tutto questo per festeggiare tutti i santi e commemorare i nostri morti. Non è per quello? che fesso che sono!

Giusto! allora avrete passato la notte insonne a pensare a quanto siamo stati stupidi ad aver importato una americanata così inutile e che alimenta solo un sano quanto becero business. Lo avrete condiviso con i vostri cellulari prodotti e assemblati sul Gargano, in un social la cui sede si trova nella val padana, sorseggiando una bevanda del Gran Sasso che fa rima con vola vola. Neanche questo? ma allora com’è?

Ogni anno la solita solfa. “E’ solo una festa americana. Io ho le mie radici. Io uso la testa e non la zucca…” e tutte le minchiate sentite e risentite fino alla nausea ogni santo 31 ottobre. Per poi, dopo due mesi, festeggiare la nascita di un ebreo. Sarà che Israele non è l’america, vai a capirci qualcosa! Il problema reale è la mancanza della voglia di documentarsi. Non mi voglio sostituire al vostro istinto da topo di biblioteca e vi lascio tutta la caparbietà di scoprire da soli le vere origini della festa, ma vi voglio dare poche direttive che magari possono stuzzicare la vostra fantasia. Anche perché la festa di Halloween, in Italia, c’è sempre stata.

Quando ci viene in mente halloween pensiamo subito a streghe, zombie, mostri e zucche, ma a dispetto dei saputelli tricolori, le sue origini affondano in un passato remoto così lontano da aver subìto, nel corso della storia, numerose variazioni sul tema fino a diventare quella che intendiamo oggi. Infatti, nei tempi moderni, nella notte a cavallo tra il 31 ottobre e il 1° novembre, soprattutto negli USA e in Inghilterra, i bambini, ma spesso anche gli adulti, girano di casa in casa mascherati da creature mostruose per il famoso rito del “dolcetto o scherzetto”: gli abitanti della casa potranno allora salvarsi dai terribili scherzi a tinte macabre solo regalando dolcetti ai bambini. Negli ultimi decenni, la festa ha preso piede in molti altri paesi europei compresa l’Italia, anche se con sfaccettature ben più vicine al nostro carnevale in stile horror che alle dinamiche della festa anglosassone.

Il problema vero è che tutto questo è solo ciò che molti vogliono vedere per farsi baluardi sostenitori della purezza delle origini delle feste italiane, rinnegando e ignorando ogni cosa che da fuori, viene a deturpare quella illibatezza. Voglio allegare qui un pezzo molto interessante che riassume il vero significato della festa che forse aprirà gli occhi a molti cani sciolti dell’italian style politically correct.

Halloween deriva dalla frase “All Hallows Eve” che tradotta significa “Notte di tutti gli spiriti sacri”, dove spiriti sacri indicava i defunti e più in generale gli spiriti ultraterreni che popolavano le leggende, e non i santi cattolici come spesso sentiamo dire. Seppur trattandosi di un termine tardo nato in epoca cristiana, esso faceva riferimento alla notte in cui anticamente i Celti celebravano i propri antenati, ovvero normali persone defunte e passate, per così dire, “al di là” della vita terrena. La comunione con l’idea cristiana arrivò molto lentamente fino a prenderne il posto che occupa oggi, ma per molto tempo Halloween è stata – e in molti luoghi ancora è – la festa cristiana del mondo anglosassone.

Halloween, come ormai tutti dovrebbero sapere, proviene dall’antica festa irlandese chiamata Samhain (da sam fuin = fine dell’estate), una ricorrenza stagionale che segnava l’arrivo dell’inverno e la transumanza del bestiame. Samhain segnava dunque il capodanno celtico e l’arrivo dell’inverno – ovvero della stagione morta – che, per associazione di idee, si trasformò in un momento in cui ricordare i propri cari passati a miglior vita.

Tra gli antichi Romani c’erano diverse feste dedicate alla commemorazione funebre disseminate durante l’anno, ma naturalmente in autunno si concentravano per numero e per concetto spirituale. Il 5 ottobre e l’8 novembre si celebrava il Mundus Patet, mentre il 6 ottobre c’era il Dies Ater. Il primo contemplava l’apertura di una fossa nella terra che metteva in comunicazione con il mondo dei morti. La seconda era un giorno legato alla tristezza per un evento tragico legato al mondo dei defunti. Invece alla fine di ottobre, più precisamente il 29, si onorava Vertumno, dio del mutamento stagionale e associato alla maturazione dei frutti autunnali in virtù del suo legame ierogamico con Pomona, dea dei frutti celebrata tra settembre e ottobre in occasione del raccolto degli ulivi. Ed è quest’ultimo evento che andò a fondersi con il Samhain celtico, infatti nel corso dei secoli gli scambi commerciali e culturali con i Celti favorirono la fusione di queste festività.

Le tradizioni funebri, come tutte le tradizioni pagane antiche, non persero mai appeal sulla popolazione che anno dopo anno le onorava con la stessa devozione di sempre. La Chiesa, che aveva tollerato per secoli queste manifestazioni, a un certo punto decise di prendere provvedimenti e nell’anno 738, Papa Gregorio III fece appositamente spostare festa dei Santi dal 13 maggio al 1° novembre per sovrapporla a quella pagana. Tuttavia i rituali, i travestimenti, i falò, i lumini e le offerte di cibo continuarono per molto tempo, poiché la popolazione era legata ad essi da secoli e non aveva alcuna intenzione di rinunciarvi. Fu così che nel X secolo la Chiesa aggiunse anche la “Festa dei Morti” al 2 novembre: una festa dedicata ai morti terreni che in qualche modo andava a giustificare e tollerare gli antichi rituali pagani ancora in auge.

A partire dal 1600, grazie al colonialismo britannico, la festa di Samhain/Halloween fu esportata nel “Nuovo Mondo” e in quell’ambiente, così lontano dall’Europa e dalla Chiesa, si evolse per proprio conto. I coloni però non trovarono le rape che erano soliti intagliare per porvi il lumino al loro interno, così utilizzarono le zucche che invece abbondavano in Nord America.

E così arriviamo ai primi decenni del ‘900, quando in molte parti d’Italia i festeggiamenti a cavallo tra il 31 ottobre e il 2 novembre ricalcavano ancora fedelmente gli antichi usi pagani: zucche intagliate, bambini travestiti che andavano a chiedere i dolcetti porta a porta, le anime dei morti che portavano doni ai più piccini e via dicendo. Insomma non era cambiato nulla.

Solo una cosa era cambiata: il nome. A causa della frammentarietà regionale che da sempre caratterizza l’Italia, ogni regione chiamava Halloween in maniera diversa. Ancora oggi troviamo Is Animeddas e Su Mortu Mortu in Sardegna e la Notte delle Lumere (le zucche con il lumino) in Sicilia e in Lombardia. Anche la comunione con i defunti attraverso l’offerta di cibo non è cambiata, così abbiamo le Ossa dei Morti e il Pane dei Morti in Umbria, Marche, Lombardia e Veneto; in Piemonte si aggiunge un posto a tavola per gli spiriti; in Liguria i bimbi ricevono un dolcetto chiamato il Ben dei Morti; in alcuni paesini della Calabria si imbandisce un piccolo banchetto accanto alle tombe dei defunti, proprio come facevano gli Etruschi. A Manfredonia qualcuno ancora appende al muro la cosiddetta “Calza dei Morti” che nella notte tra il 1° e il 2 novembre viene riempita di dolci per i più piccoli.

In tutte le regioni c’era una tradizione pagana locale, ma alcune sono andate irrimediabilmente perdute ed è un vero peccato che molti Italiani si lamentino di Halloween parlandone in toni sprezzanti come se i loro nonni non l’avessero mai festeggiata. Se con i film degli anni ’80 la nostra ingenuità ci ha portato a pensare che Halloween fosse una festa tutta americana, oggi sappiamo bene che le cose stanno diversamente, eppure alcuni gridano al pericolo culturale come se solo adesso ci trovassimo di fronte a una vera e propria invasione americana… e tuttavia fanno finta di non ricordarsene ogni volta che entrano da McDonald. Altri suggeriscono di non festeggiare Halloween perché abbiamo le “nostre tradizioni”, che – a detta loro – sono italiane a differenza di Halloween. Ciò nondimeno continuano a festeggiare il Natale addobbando l’albero, facendo regali e comprando il vischio: antichi rituali anch’essi pagani.

E’ chiaro che la confusione regna sovrana e purtroppo la rete non ha affatto giovato al chiarimento della questione, anzi, se possibile l’ha persino peggiorata. Ci chiediamo se tutto questo sia dovuto al semplice fatto che il termine Halloween sia inglese e che se ai tempi avesse trovato una traduzione univoca comune a tutte le regioni, oggi non staremo qui a dover fare lezioni di storia a un popolo che ha dimenticato le proprie radici.

Fatto sta che in qualche punto della storia, più o meno a partire dal boom economico in poi, le nostre tradizioni popolari (non solo quelle relative ad Halloween) hanno subito l’oblio degli Italiani che dalla vita agricola sono passati in blocco a quella cittadina, dove i preziosi rituali legati alla terra non facevano più parte del vivere quotidiano; e così anche le affascinanti usanze vecchie di millenni sono state inesorabilmente dimenticate in virtù di Levi’s, Topolino, Coca Cola e altri costumi tutt’altro che italiani.

Alla luce di quanto detto sinora vorremmo concludere con un pensiero rivolto a chi oggi sostiene che dobbiamo tornare alle origini. Ebbene il termine “origine” deriva dal latino “or” ovvero nasco e la nascita di qualunque cosa prevede la combinazione di due parti procreatrici. Nel caso di Halloween sono stati tanti i genitori che hanno contribuito alla sua venuta al mondo e uno di questi genitori ha orgogliosi geni italiani. Pensateci la prossima volta che addentate un hamburger sorseggiando una Coca [1].

Ora che avete capito tutto, che finalmente vi siete convinti, l’anno prossimo ci risparmierete le solite reprimende? Io dico di no. E siccome per creazione divina sono scettico, vi dico un’altra cosa che vi sorprenderà. La festa della mamma è una festa importata dagli USA e per quanto sia anch’essa diventata un affare consumistico, l’empatia che genera ci fa accettare regalie, pranzi faraonici, fiorai letteralmente “disboscati”. Ma va bene…è l’economia che si muove, si alimenta e fa circolare i capitali. La stessa cosa non succede con Halloween. In questo caso tutti siamo pronti ad inveire contro il volgare commercio dell’inutilità che ci rende irrimediabilmente mediocri per aver copiato e copiato male. Sarà che la festa della mamma è politicamente corretta e halloween no? Boh! Intanto faccio gli auguri di buon Halloween alla mia mamma che si accontenta di un bacio.

Gianni Ianni Palarchio (Blog)


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