La nuova RAI rinnovi la RAI


In premessa, vorrei chiarire un equivoco che da un secolo aduggia la cultura europea: non è vero che se uno domina tv e giornali, poi vince anche le elezioni o, più in generale, mantiene il potere. Vi elargisco due esempi:

– il regime fascista aveva in mano tutti i giornali e la radio, incluse le trasmissioni tv da Milano e Roma; godeva del consenso (variegato) di almeno quattro quinti degli Italiani e rassegnazione degli altri; ma quando il nemico sbarcò in Sicilia, hai voglia a scrivere cose sui giornali e predicare in EIAR, il regime cadde;
– il 4 marzo 2018 la stampa e la tv stavano tutte, sia pure con toni diversi, pro centrosinistra e pro Europa, e tutte contro la Lega e pro immigrazione a tutto spiano, e non solo la stampa; la gente se ne è impipata rotondissimamente, e ha votato 5 stelle e Lega, e la Lega, sempre osteggiata da tv e stampa e non solo, stravince le altre elezioni e vola nei consensi.

E siccome io facevo il professore, vi comunico essere vero che il 90% dei Romani stava con Cesare Augusto, ma tra le cause del così vasto fenomeno non ci fu certo l’aver letto l’Eneide! E se fosse stato per la Divina Commedia, Arrigo VII sarebbe stato incoronato imperatore del mondo, invece di morire in circostanze tuttora da acclarare.
Perciò, la nuova dirigenza RAI non si affanni, se anche lo volesse, a stare con il Governo. Se il Governo farà bene, saremo con lui con o senza RAI; se saremo governati male, lo pianteremo, io per primo.

Badino piuttosto, i nuovi dirigenti, a migliorare la qualità, che lascia molto a desiderare, con qualche rara eccezione. E dia spazio alla cultura vera. È ora che la RAI cambi tono, e la smetta con i piagnistei politicamente corretti. L’Italia ha bisogno di essere inondata di ottimismo e non di depressione spacciata per cultura.
Vogliamo una produzione di buon livello contenutistico e linguistico, e con attori degni di questo nome; con particolare riguardo alla storia. La storia italiana inizia nel II millennio a.C., mica nel 1943!

Penso soprattutto alla RAI Calabria, che ha bisogno di essere ripulita di tutto il ciarpame ideologico da temini in classe (quelli portati già fatti da casa, tanto la traccia è uguale a quella di mamma); e dall’invenzione di grandi geni della poesia e della prosa che ogni tanto ci ammollano con interviste in ginocchio!
Insomma, mi aspetto qualcosa, dalla nuova dirigenza.

Attenzione, però. Va benissimo che la RAI sia liberata dalla più o meno sinistra che la aduggia da troppo tempo. Sì, però, attenti a una certa destra borghese, fasulla e riciclata.
Se, al posto di un mostro sacro di sinistra, a qualcuno venisse l’uzzolo di una trasmissione condotta, che so, da Vittorio Sgarbi, beh, meno male che il telecomando c’è! Ah, certa destra borghese è capacissima di desiderarlo, quella borghesia politicamente ignorante come scarpe, per cui, se uno non è proprio comunista staliniano, “è dei nostri”!

Conclusione: è bene che spariscano i servi di partito di un certo schieramento diciamo di sinistra; sì, ma attenti che non ne arrivino altri, magari voltagabbana dell’ultima ora. Come si fa ad impedirlo?
Beh, molto, molto facile: badando alla qualità. I voltagabbana non ne hanno, e lo si vede benissimo.

Ulderico Nisticò


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