I negoziati nella storia, e quelli del 2024


 La storiografia ama raccontare le guerre che si combatterono, mentre raramente dà spazio a quelle che furono evitate con accorte manovre diplomatiche, e da persone autorevoli e sagge; e che parlavano pochissimo, e non con i giornalisti. E che, se dovevano usare la forza, lo sapevano fare e dosare.

 Dei fatti più antichi vi narro solo quando Lorenzo de’ Medici partì da solo e disarmato per Napoli, e, d’intesa con re Ferrante, salvò la pace d’Italia.

 Scopo del Congresso di Vienna del 1814-5 fu di impedire alla Francia ogni velleità di espansione ad oriente, causa di tutte le guerre da Luigi XIV a Napoleone; e, con qualche e ben delimitata eccezione, la pace fu assicurata fino al 1914. Le due eccezioni notevoli, il Regno d’Italia (1861) e l’Impero di Germania (1871) entrarono senza difficoltà nel sistema di Vienna.

 Nel 1878 stava divampando una guerra europea per i Balcani. Bismarck convocò un Congresso di Berlino, ed evitò il conflitto balcanico per quasi mezzo secolo; lo stesso, tre anni dopo, per le questioni coloniali in Africa.

 Uno sforzo diplomatico evitò la guerra per le due crisi marocchine, concluse nel 1908.

 Fallirono i tentativi, anche personali (il Kaiser e lo Zar erano cugini primi!), di evitare la guerra europea, o Prima guerra mondiale. Ma dopo il 1918 vennero affrontati, anche se in modo impacciato, pericoli di conflitti tra i nuovi Stati per i confini. Vi cito solo il caso di Fiume, troppo lungo e complicato per parlarne qui.

 Le due sole guerre, quella italoetiopica del 1935-6, e quella civile spagnola 1936-9, vennero accuratamente circoscritte per evitare pericolosi coinvolgimenti. Anche il determinante intervento italiano a fianco dei nazionalisti venne dichiarato come provvisorio, e subito cessò con la vittoria di Franco.

 Dopo l’annessione alla Germania dei laender ex austriaci (tranquilli: la cosa era prevista dall’art.1 della costituzione dell’Austria!), i Sudeti, abitati da Tedeschi e finiti malamente dentro l’arlecchinesca Cecoslovacchia, chiesero di unirsi alla Germania. L’Italia convocò a Monaco la Germania, la Francia, la Gran Bretagna [non faccio i nomi dei presenti all’ignobile scopo di evitare il poco furbo algoritmo!], ed evitò la guerra. La Cecoslovacchia si sfasciò, ma tanto era un’invenzione massonica odiata da quasi tutti i suoi cittadini; e lo dimostra ampiamente il fatto che, appena liberatasi dai sovietici, si risfasciò da sola e pacificamente nel 1992, e oggi ci sono due Stati dell’UE.

 La questione di Danzica si poteva risolvere subito; la Francia, tirandosi a rimorchio la G. Bretagna, volle la guerra per la lasciare Danzica “città libera”; e la guerra si concluse consegnando a Mosca e al comunismo l’intera Polonia, Danzica inclusa; e tutto il resto fino alla Bulgaria. Potenza dei negoziati seri, e danni enormi di quando non si vogliono fare.

 Non nomino quelli fasulli dell’ONU: due Coree, e, peggio ancora, due Vietnam! Ogni tentativo di negoziato in Terra Santa è fallito e fallisce per l’evidente motivo che i sedicenti negoziatori stanno, di fatto, dalla parte dello Stato d’Israele; e non solo sui tavoli diplomatici, ma su altri evidenti strumenti di propaganda.

 I negoziati si fanno, disse il succitato Bismarck, come l’onesto sensale, cioè con atteggiamento di netta equidistanza. E si fanno, e non se ne parla; anzi, meno se ne parla, meglio è. Per esempio, la Santa Sede avrebbe uno strumento potentissimo: parlare pochissimo, ed emanare documenti in LATINO. Il latino, prima di essere la lingua della Chiesa, fu la lingua del senato romano e dell’esercito: e non capitarono mai equivoci e bisogno di chiarimenti e precisazioni e smentite.

 Una volta sottoposero a Tiberio un caso di offesa agli dei. Leggete come rispose: “Deorum iniuriae, dis curae”. Neanche un milione di sofisti riuscirebbe ad interpretare quelle quattro (04) parole in modo diverso da quello che dicono: “Se gli dei si sentono offesi, se la vedano gli dei”.

Ulderico Nisticò