Il 7 settembre 1943 a Soverato


 Quadro storico, anche per il dubbio che tantissimi, con laurea inclusi, non ne sappiano niente. L’Italia era entrata in guerra, a fianco della Germania, il 10 giugno 1940. Non vi racconto la guerra, se no che il nemico angloamericano era sbarcato in Sicilia nel luglio 1943. Il 25 di quel mese cadde il governo Mussolini che durava dal 1922; e detenne il potere Badoglio. Questi aveva firmato, il 3 settembre, l’armistizio di Cassibile, che però restava segreto. È molto probabile che Badoglio e il re s’illudessero di poter effettuare un comodo rivolgimento di fronte, schierando l’Italia a fianco degli Angloamericani e contro la Germania. Quelli non avevano minimamente una tale intenzione, ma solo di eliminare le ffaa italiane, e utilizzare il territorio. Intensificarono così i già feroci bombardamenti terroristici, particolarmente devastante quello di Napoli il 6. L’8 Badoglio sarà costretto a rendere pubblico l’armistizio. In quei giorni, e per i suddetti sogni di gloria, non aveva nemmeno avvertito i comandi delle truppe in Italia, Francia Meridionale, Balcani, Albania, Montenegro, Grecia; e della flotta. All’annunzio dell’armistizio, la Germania, che certo era pronta all’eventualità, attaccò gli italiani, che vennero colti di sorpresa e quasi non reagirono, tranne pochissimi episodi.

 C’è stato un momento di grande storia anche per noi. Soverato era presidiata da un battaglione di fanteria, che utilizzò il castello. Il reparto si portò sul Gallipari e affrontò valorosamente gli Angloamericani. Questa Battaglia di Badolato, durata tre giorni, è stata molto puntualmente ricostruita dal professor Vincenzo Squillacioti sulla “Radice”. Leggetela.

 Nelle località Mortara e Santicelli avevano sede una postazione di mitragliatrici antiaeree e una batteria di quattro pezzi antinave; ne rimangono le piazzole nel Giardino Botanico; e i vecchi ricordano la locuzione “U chianu d’a batteria” per dire l’odierna Panoramica. Nel maggio del 1943, i pezzi entrarono in azione contro un sottomarino inglese emerso, forse per cannoneggiare i ponti dell’Ancinale; ma venne colpito e costretto a dileguarsi. Nei primi di settembre, la batteria si trasferì sulla Sila, dove i Comandi, ignari delle manovre di Badoglio, intendevano costituire una linea di difesa. Passò, restando poche ore, un reparto germanico in ritirata dalla Sicilia.

 Era il pomeriggio del 7 settembre 1943, quando Soverato venne sorvolata da un aereo americano. Intendeva, come era accaduto in tutta la Calabria, e anche a Soverato, lanciare i cosiddetti spezzoni antiuomo. Era già stata bombardata la stazione della Calabro-lucana (oggi “Dei pulman”), e un deposito di quarzo si disintegrò, con nuvole di polvere bianca dovunque.

La nostra contraerea colpì e abbatté l’areo nemico. Cadde sulla Punta, e il pilota, rimasto vivo, venne catturato dalla popolazione e consegnato ai RR. Carabinieri, allora in via Poliporto.

 Il 9 settembre, Soverato venne occupata da un reparto canadese. Quelli che erano “sfollati” nei paesi interni, tornarono senza difficoltà. La guerra era finita per Soverato, ma non per tanti cittadini, che, altrove, furono in vario modo coinvolti dagli avvenimenti dei due anni seguenti. Di questo, un’altra volta.

Ulderico Nisticò