Il carcere di Catanzaro tra droga e cellulari: “questo carcere sembra un hotel”


“Vi abbiamo fatto entrare tutte cose tramite pacchi, dice.. qua vi faccio stare bene, e mi fate un mancato rientro?… Dice, che so che in questo carcere entrano… che c’è fumo (hashish, ndr), che ci sono telefoni per farvi stare tranquilli, e non entrate nelle celle?”.

È questa una delle frasi choc che hanno portato all’arresto di Angela Paravati, ex direttrice del carcere di Siano a Catanzaro. I carabinieri non l’hanno intercettata direttamente ma hanno registrato un detenuto mentre lo raccontava alla compagna per spiegarle le ragioni della protesta avvenuta, in quei giorni, all’interno in carcere.

Una protesta che sarebbe poi rientrata. È sempre lo stesso detenuto che parla: “La direttrice c’ha chiamato, ci ha detto fatevi mandare quello che vi pare, i pacchi non sono controllati”. Nel carcere di Siano entrava di tutto: droga, cellulari e anche soldi. Basti pensare che in 4 mesi sono stati registrati movimenti di denaro in ingresso per 35mila euro, presumibilmente riconducibili allo spaccio di sostanze stupefacenti all’interno dell’istituto penitenziario che era di fatto un “hotel”.

Lo ha definito così un altro detenuto intercettato mentre quasi rimprovera gli agenti in servizio: “Appunta(to)… – sono le sue parole – qua comandiamo noi altri. Qua comandiamo noi altri… Te appuntato, fai il portapacchi, apri, chiudi”.