Domenica, mentre si festeggia la Patrona Addolorata, un coraggioso truppone di ciclisti percorrerà i vecchi sentieri della Calabro Lucana con il percorso Soverato, Pietà, Murorotto, Petrizzi, Soverato Vecchio, Soverato. Darò una mano sulla storia di questi luoghi.
Ottima cosa in sé, dunque, che inizia in qualche modo la sempre invocata e mai attuata destagionalizzazione del turismo a Soverato. Intanto, gli ospiti dormiranno e ceneranno a Soverato, ed è una boccata d’ossigeno; e vedranno bei luoghi, per magari tornare da turisti.
Io aggiungo, o piuttosto ribadisco, che è anche ora della debalnearizzazione, cioè di liberare Soverato e la Calabria dal luogo comune che qui c’è solo mare, e solo per qualche breve tempo d’agosto. E anche male, malissimo, con devastazione di alcune coste e sciatteria diffusa.
Turismo non è per forza i Vitelloni di Fellini; è qualunque motivazione che induca a muoversi, con particolare riguardo alle ragioni non strettamente commerciali. Ci sono perciò tante altre modalità:
– turismo religioso: i pellegrinaggi medioevali sono all’origine stessa del turismo; la Calabria ha i suoi importanti luoghi di culto tradizionali, spesso trascurati;
– turismo culturale: abbiamo tante di quelle aree archeologiche, e musei, castelli, conventi, e quella caratteristica della Calabria che sono i piccoli eleganti borghi;
– turismo di salute: il clima consentirebbe di ospitare anziani soprattutto in autunno e primavera;
– turismo termale: Antonimina, Galatro, Caronte, Spezzano…
– turismo sportivo: ciclismo, sport invernali, vela…
– turismo eventuale, di passaggio, di scoperta…
Vediamo di andare avanti su questa strada.
Ulderico Nisticò