“Intollerabile gogna mediatica sulla Polizia Locale”


“Il diritto di cronaca di un giornalista è sacro. Ma se per fare un servizio scoop bisogna umiliare un lavoratore questo è veramente insostenibile. Questo è successo ad un Agente di Polizia Locale a Torino che, suo malgrado, è diventato uno protagonista della trasmissione Striscia la Notizia in un servizio di Brumotti in zona barriera di Milano”.

E’ quanto commenta la d.ssa Ornella Petillo, Segretario Nazionale Ugl Autonomie per la quale, “la zona in questione è tristemente famosa per il degrado, la microcriminalità per lo spaccio di droga. I residenti esasperati hanno denunciato più volte la grave situazione, si sentono assediati, hanno paura di scendere in strada anche per le più elementari esigenze come fare la spesa o buttare l’immondizia. Sono vittime di un degrado insostenibile.

Ma vittime sono anche gli Agenti di Polizia Locale che, per lavoro, presidiano il territorio malfamato. Spesso lasciati soli e vulnerabili anche nelle ripetute situazioni di emergenza. Anche tutto questo ha diritto di cronaca. Documentare che nonostante si abbia paura non ci si sottrae al proprio lavoro, nonostante il fatto che non si è adeguatamente supportati si rimane lì, tra spacciatori e delinquenti, perché si ha la consapevolezza che spesso la Polizia Locale è l’unico riferimento possibile proprio per i residenti.

Anche se si superano i sessanta anni e i colleghi delle Polizie di Stato, con lo stesso lavoro di presidio sul territorio, già sono in pensione perché a loro, giustamente, viene riconosciuto il lavoro rischioso che fanno.

Agli Agenti di Polizia Locale tutto questo è negato e per 1500 euro al mese devono rimanere in strada anche fino a 67 anni. Facciamo un appello a Striscia la Notizia – dichiara il Segretario Nazionale della Ugl Autonomie Ornella Petillo – facciamo un appello al giornalista Brumotti che ‘continui’ il suo servizio attraverso un’altra ottica. Quella dei lavoratori della Polizia Locale che sono costretti a lavori massacranti e pericolosi in una condizione di totale non riconoscimento.

Il lavoro degli agenti di Polizia Locale in Italia non è per nulla riconosciuto, la carenza di organico obbliga i lavoratori a turni massacranti e condizioni intollerabili. Torino è una delle città con maggiore carenza di organico. La Polizia locale – ha precisato il Segretario Petillo – per le funzioni svolte non può essere confinata in una dimensione ‘ausiliaria’ ad altre Forze di Polizia con cui quotidianamente intercetta le funzioni e i compiti: il primo presidio, a garanzia della sicurezza del cittadino, rimane quello di prossimità; il perimetro locale non deve essere, quindi, funzionale alla marginalizzazione della Polizia Locale ma per l’Ugl interpretato come primo fronte per il mantenimento dell’unitarietà delle funzioni statali.

Esprimiamo solidarietà e vicinanza – conclude Petillo – all’Agente di Polizia locale di Torino che nonostante la criticità e la pericolosità della zona in cui opera ogni santo giorno non si sottrae al suo dovere. Ci aspettiamo che la stessa solidarietà arrivi dal Sindaco e dal Comandante della Polizia Locale di Torino”.