La Calabria e i fondi europei


I nodi vengono al pettine, o, come diremmo noi dotti, hic Rhodus hic salta. Ovvero, se entro il 31 dicembre (oggi è 23, poi c’è Natale…), la Regione Calabria non certifica le spese dei fondi europei, i fondi europei restano europei, cioè restano a Bruxelles, e qui non vediamo un centesimo.

L’Europa si è fatta furba, e non ci casca più con i giochini tipo progetti sponda, o con altri trucchetti tipo “soldi impegnati”, cioè chiacchiere e tabacchiere di legno; l’Europa vuole sapere se e quanti soldi, e soldi veri, in contanti, abbia speso, o non speso, la Calabria. Se non li ha spesi, effettivamente spesi, entro il 31 dicembre 2018, tanti saluti ai denari.

Per chi non capisce, o fa finta di non capire, o s’illude di giocare al ragioniere, faccio un esempio: il contadino Rossi ha chiesto alla Regione un contributo di € 1.000 per un pollaio; la Regione, ovviamente, ha concesso il contributo; Rossi ha in un cassetto un foglio di carta che vale € 1.000; in realtà non vale un piffio, perché è solo un foglio di carta, e gli euro 1.000 non ci sono; però la Regione ha scritto a Bruxelles di aver “impegnato” € 1.000 per rete, tettoia, mangime, galline, galli…

Ebbene, entro il 31 dicembre l’Europa vuole sapere che Rossi ha intascato € 1.000, se Rossi ha comprato gallo, galline, rete, tettoia eccetera. Quando viene a sapere che non è vero niente, e che Rossi ha solo un foglio di carta e niente galline, rete, uova, gallo, mangime… che fa, l’Europa? Si piglia i 1.000 € e glieli dà al contadino O Hara, irlandese, o al contadino Rostovic croato, o al contadino Tramaglino, lombardo e parente di Renzo, coniugato con una Mondella parente di Lucia. A tutti li daranno, tranne che ha Rossi, calabrese, il quale era senza galline, e senza galline rimane. Rimane senza, perché l’Europa, se non vede una certificazione certa, cioè di soldi effettivamente spesi pro galline, non manderà un soldo bucato.
Non so se sono stato chiaro, e perciò non ve ne venite con sofismi e bubbole. Tanto meno qualche amico mio cerchi di addossare la colpa a Garibaldi e qualcun altro ai Borbone, e tutti ai Romani e agli Spagnoli: se il 31 dicembre Rossi resterà senza gallo, la colpa sarà interamente della Regione Calabria, dove governano dei politici calabresi, ed eletti da elettori calabresi, e non sono di Nizza o di Madrid; e dove i sederi piatti degli impiegati sono tutti calabresissimi.

Ah, all’Europa non gliele frega niente se nel frattempo il presidente Oliverio ha i suoi guai (ovviamente, innocente fino a sentenza definitiva), o se il detto Oliverio, per levarsi di torno l’inutilissimo Viscomi lo ha fatto inutilmente deputato; o se la Roccisano chiamò Pietro. L’Europa vuole dati certi, vuole vedere le galline. Cocococococò, coccodè.
La Regione è il bubbone della Calabria, e non la Regione di sinistra o centrosinistra, perché quelli di centro(destra), ovvero G. Nisticò G. Caligiuri G. Chiaravalloti G. Scopelliti e Stasi, hanno fatto ugualmente pena ai cani morti: politicamente e amministrativamente parlando, s’intende, e per tutto il resto santi subito, loro cinque e quelli di sinistra.

Ovviamente, la soluzione non è che alle prossime elezioni cada la sinistra e risalga il centro(destra), ivi comprese operazioni di riciclaggio. Se devo trovarmi assessore di centro(destra) uno che è stato assessore di sinistra, che cambia? O viceversa, tanto per il politico calabrese medio l’ideologia è una cosa che si studia a scuola, mica ci credono. Ho scritto ideologia: idea e ideali sono parole troppo grandi per loro, e la mamma ha raccomandato di non esporsi, di andare secondo il vento.

Ora aspettiamo San Silvestro, per sapere se la Calabria ha speso. Per ora sappiamo, voce della Corte dei Conti, che nel 2017 la spesa è stata dell’8.4%. Vergogna nei secoli!

Ulderico Nisticò


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