La giornata mondiale del bacio


bacio Ignoro chi se la sia inventata, ma è una bella idea, ogni tanto, volersi bene. Facciamo omaggio a tutti i lettori, e in particolare alle gentili lettrici, di questa antica lirica.

Catullo, Liber, Carme V

Vivamus mea Lesbia, atque amemus,
rumoresque senum severiorum
omnes unius aestimemus assis!
soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.
da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.
dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut ne quis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.

Viviamo, mia Lesbia, e amiamo; e i rimproveri dei vecchi pesanti, valgano per noi tutti assieme una monetina. Tramonta il sole e risorge; noi, quando per sempre la nostra breve luce cadrà, dovremo dormire una sola notte eterna. Dammi mille baci, poi cento, poi mille altri, poi ancora cento, e via con altri mille, poi cento. E quando ne avremo ammucchiate molte migliaia, confondi moli: meglio non sapere il numero; o nessun cattivo possa gettarci addosso il malocchio, se saprà che ci sono tanti baci.

 Però, che volete, la deformazione professionale è deformazione professionale. Non voglio guastare né Catullo né il suo traduttore; però, i classicisti che vogliano delucidazioni su fecerimus, mi scrivano in privato.

 E buon bacio a tutti,

Ulderico Nisticò


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