La misoginia … è di tutti?


articoliutenti1<<Per queste donne, quindi, l’8 marzo è un giorno da ridere; un solo giorno, su 365, in cui affermare diritti e prerogative, privilegi o presunti tali, davanti alla società maschile, a queste donne non serve: a loro interessano gli altri 364.>> Riprendo il tema de “La cattiveria delle donne” di Adriano V. Pirillo, che saluto cordialmente senza alcuna ombra di polemica. Mi permetto di fare eco al nostro “non misogino” sulla chiusa del suo pezzo, proprio nella parte in cui, dopo un elenco lunghissimo di nefandezze in cui noi donne ci siamo esibite nel corso dei secoli, l’autore, con un guizzo birichino, precisa che non è lui a riportare tali nefandezze (appunto in quanto “non misogino”), ma invece un’appartenente al nostro stesso genere: Valeria Palumbo. Per uguaglianza e democrazia, quindi, mi si consentirà di proporre uno scritto di un uomo che celebra l’8 marzo e scrive alle Donne. << Da un uomo (senza mimose). Immerso dentro il pensiero di voi, segreto, catturato, non posso lasciar finire questo giorno e non scrivere. Senza mimose. Nessun mazzetto di fiori gialli comprensivo di malinconica rosa, che, dopo un attimo dalla banale consegna, si trasforma in un tristissimo mix di odore dolciastro, senso di disfacimento, riferimento tangibile all’ovvio, al trito ritrito, al vecchio, al passato, al già detto, già visto, già fatto. Nessun ulteriore tormentone per l’otto marzo, non un altro ritornello di chi si pavoneggia ancora nel solito apprezzamento, nel dovuto, nello scontato, senza neanche l’ombra del dubbio di poter provocare un po’ di disgusto! Non voglio specchiarmi burlato negli occhi ridenti dei vostri pensieri, né essere canzonato dal vostro straordinario umorismo. Non voglio essere strattonato da una puntualizzazione giustamente bisbetica, né approfittare della vostra immensa pazienza, che troppi, troppo spesso, confondono con l’acquiescenza, l’adattamento alle cose, la mansuetudine, l’arrendevolezza. Non voglio avvicinarmi a voi con l’invasione, né con il vigore, né con l’energia. Voglio incontrarmi con voi con mitezza, con incertezza, con tenerezza. Sul terreno delle parole, con parole che gli uomini non usano, parole che spesso non conoscono, per strade di parole che vi accarezzano, vi fanno compagnia, una galassia di stelle e di parole che in questo otto marzo diventa firmamento ed emozione su di voi. Sono innamorato di voi e forse vivo perché voi vivete. E conosco di voi il riso, il sorriso, il parlato, il pensato, lo scritto. So come siete, e vi amo profondamente perché così siete. Affascinato dal fascino, incantato dai gesti, ammaliato da una ciocca di capelli, sedotto e conquistato da una mano che si muove leggera e leggera danza con l’aura intorno a sé. Io conosco il vostro profumo, l’effluvio e la fragranza dei vostri movimenti, la morbidezza delle vostre vesti, la sericità dei vostri segreti. Amo il colore cupo delle vostre rabbie, il raso luccicante e setoso della vostra allegria, il velluto pesante della vostra fermezza, la trina del vostro brio, il merletto bianco e traforato delle vostre mattine. Ascolto le vostre voci: un discorso ragionato e complesso, un sottovoce affettuoso, una conversazione sofferta, il bisbiglio di un tocco lieve, il sussurro di una notte, il mormorio di una filastrocca raccontata piano per farmi addormentare. E conosco l’erotismo, il piacere di essere preso, il privilegio di essere desiderato, il colorato compiacimento di essere amante, la multicolore aspettativa del possesso, il calmo appagamento di un silenzioso sospiro. Vi amo. Mi sento amato. E in questa sera dell’otto marzo, con questa calda consapevolezza, lascio qui una traccia d’amore e penso a voi come a un punto di luce. Segretamente, la mia testimonianza. Senza mimose. >>… Le Signore che hanno letto avranno certamente compreso che un uomo che scriva quanto sopra non esiste! Infatti, l’ho scritto io. Talvolta anche noi tracciamo un ritratto “di un signore” che “si dissoci da ogni tipo di stereotipo e preconcetto” e, magari, appunto, “non misogino”, ci voglia amare.

Lucia Talarico

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