La scuola del Meridione


Se le parole, le proteste, le indignazioni e le bandiere francesi fossero voti, le italiche opposizioni sarebbero al potere, e la maggioranza no. Siccome non è così, ma la maggioranza piglia i voti e l’opposizione no, possiamo dire, con Dante “che ti fa quel che dietro ti pispiglia?”, e però tocchiamo l’argomento della scuola, e della scuola del Sud.

Premessa concettuale: stando al diritto, non esiste, in Italia, una scuola di qui e una di lì, ma tutto l’impianto della scuola è quello della riforma Gentile del 1923, modificata, con la Media (SMU), da Bottai nel 1939; gli interventi posteriori sono stati disastrosi nelle intenzioni, ma quasi inutili, perché Gentile e Bottai sono riforme granitiche. Vi ricordate quando volevano il preside elettivo? E quando ci ammorbarono con la programmazione, un espediente per rendere sostituibili i professori come fossero birilli? Ebbene, cadde tutto ne vuoto, grazie a Dio e a Gentile e Bottai.

La scuola è dunque identica ad Agrigento e ad Aosta: stessi programmi, stesse finalità, stessi magri stipendi dei prof; e i prof sono gli stessi in tutta Italia, senza scordare che al Nord tantissimi professori sono meridionali. E allora, che dice il ministro Bussetti?
Dice quello che pensano e dicono a Nord, e quello che pensiamo, senza dirlo, anche a Sud; cioè che a Sud la scuola è rimasta della mentalità degli anni 1970, anzi molto più antica, e parla e pensa e agisce come se il suo scopo fosse il mitico diploma, il “pezzo di carta”, magari con voto alto. Ci sono infatti mamme meridionali ancora serenamente convinte che se il figlio maschio piglia 100/100 (e lode, no?), poi il parente consigliere regionale gli troverà il “posto”, ovviamente sotto casa, meglio se sotto chioccia.

E invece in questo Anno Domini 2019, il pezzo di carta non vale la cornice per mostrarlo appeso alla parete. Pensate al concorsone della sanità a Catanzaro, con la strage dei candidati: ebbene, tutti candidati forniti di diploma e anche di più. Meditate, gente, meditate.
Peggio, ancora la scuola a Sud vuole sfornare ragazzi “preparati”: così si dice, a Sud, non colti, consapevoli… no, preparati: participio passato PASSIVO, molto passivo!

Ebbene, se scopo della scuola fosse preparare al diploma, e se ci fossero ancora uffici e ospedali dove essere assunti come alabardieri e guardarobieri, la scuola del Sud sarebbe l’ideale. Non ce ne sono, e il diploma con 100 e lode non impressiona più nessuno. Perciò serve un ripensamento profondo di finalità e metodi.
Intanto, quota cento a raffica, favorendo così un esodo di massa. Arrivateci da soli, al perché.

Poi, rinnovamento della didattica. L’analisi logica è una cosa bellissima, ma basta far capire ai fanciulli che i casi dipendono dai verbi e non viceversa, e sono sistemati latino e greco. Scrivete alla lavagna (spero elettronica), cari colleghi, “Alarico i Goti piangono”, e anche il più ottuso dei “preparati” capirà che per tradurre si inizia da piangono, e che le lacrime le versarono i Goti e non Alarico. Fine dell’analisi logica; il resto, è contorno.
Lo stesso per l’inglese eccetera, che devono essere insegnati sì come lingue, ma anche, ma soprattutto come strumenti di normale conversazione.

Non oso fare esempi di matematica, ma vi racconto che io di trigonometria astratta non ho capito un accidenti, fin quando, in scienze, non studiai come Eratostene Beta misurò con la trigonometria il grado terrestre, e immaginai lui comodo ad Alessandria, e il suo incaricato ad abbuffarsi di caldo a Siene.

Servono soldi? Se spesi bene, sì. Ma quando, presidente Scopelliti assessore il mio amico Mario Caligiuri, la Regione investì nove milioni (€ 9.000.000 = lire 18 miliardi) per progetti antimafia, ecco un esempio solare di come i soldi si buttano via dalla finestra, o vanno nelle tasche di qualcuno. Finiti i soldi, le scuole calabresi non si curano della mafia manco se tornassero Anastasia e Al Capone in persona!!!

Soldi, sì, ma se utili alla didattica. E basta!
Ora immagino che molti ex professori e professori in servizio mi subisseranno di ingiurie, e sosterranno (un cretinetti lo ha scritto davvero, ieri) che io sono pagato da Questo e Quello: magari! Qualcun altro inneggerà alla cultura contro l’ignoranza fascioleghista: lo farà sgrammaticato e senza punti e senza virgole, ma ne sono certo che lo farà.

Risposte intelligenti? Mai, non sta bene.
A proposito. Il Nord non vuole bene al Sud. Ma il Sud… parliamo di Calabria. La Calabria è terzultima d’Europa, e Vibo ultima d’Italia, con i seguenti illustri signori tutti calabresissimi: A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G., Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio di centrosinistra, e G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti e Stasi di centro(destra); e relativi vicepresidenti e assessori. Tutti costoro vollero e vogliono bene alla Calabria: e se ne vedono, ahahahahah, i risultati!

Ulderico Nisticò


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