Lawrence, alle origini del male


Alla ricerca di qualcosa da vedere che non fosse Sanremo, capito pr la centesima volta su “Lawrence d’Arabia”, del 1962, sempre spettacolare; e che, come spesso accade nella storiografia britannica e nelle sue versioni teatrali e cinematografiche, è quanto basta politicamente scorretto, e sincero.

 Non fu certo lui, Thomas Lawrence, ufficiale britannico e uomo di complessa spiritualità e raffinata cultura, il colpevole del disastro che, iniziato nel 1914, oggi perdura. Ma tutto iniziò allora.

 Fino al biennio 1911-3, l’Impero Ottomano si estendeva ancora su un vastissimo territorio. Nel 1911 perse, in guerra con l’Italia, la Libia, Rodi e il Dodecaneso; con le due Guerre balcaniche, le attuali Albania, Macedonia del Nord, e aree attualmente greche, serbe, bulgare; e salvò a stento Istanbul e un tratto di Tracia. Esclusa dall’Europa, la Turchia manteneva un dominio diretto o indiretto sugli attuali Paesi arabi di Siria, Iraq, Arabia Saudita…

 Entrò nella Prima guerra mondiale a fianco di Germania e Austria-Ungheria. La G. Bretagna, che di diritto o fatto possedeva l’Egitto e il Sudan e alcuni tratti sul Golfo Persico, progettò un attacco, aprendo trattative con le molte e disperse tribù arabe, e in particolare con lo sceicco della Mecca, Feisal, promettendo, a mezza bocca e insinceramente, l’indipendenza. Lawrence, agendo di sua iniziativa, formò un esercito arabo, mettendo in grave difficoltà i Turchi. Nel 1917, truppe inglesi giunsero a Gerusalemme.

 La Città Santa era, dai tempi del Saladino (XII secolo), una sorta di territorio aperto a tutte le religioni: cattolici, tradizionalmente rappresentati da un Custode francescano (leggete l’XI del Paradiso dio Dante); ortodossi; musulmani. Scarsa era la presenza ebraica, mentre in Europa e America si stava formando il sionismo, che, alla lettera, vuol dire ritorno a Sion, Gerusalemme. Nello stesso 1917, l’inglese Balfour, a nome del governo, pronunziava una ufficiale Dichiarazione sul diritto a Gerusalemme degli Ebrei.

 Intervenne nel gioco la Francia; mentre l’Italia, pure impegnata nella stessa guerra, mostrava una squallida incapacità di pressione e di dialogo, lasciando la politica mediterranea agli infidi alleati anglofrancesi. Alla fine della guerra, la Francia si prese la Siria; la G. Bretagna, Iraq e quelle che allora si chiamavano Palestina e Transgiordania.

 Di unità e indipendenza degli Arabi, si smise di parlare. Feisal, ingannato, fu, alternativamente, re di Siria, re dell’Iraq, per assumere un atteggiamento di opposizione agli Occidentali; e morire in circostanze poco chiare! Un figlio divenne re dell’Iraq sotto controllo inglese. Nel 1941, l’Iraq si ribellò a Londra e si alleò con Germania e Italia, venendo però subito represso. Del resto, anche Lawrence, nel 1935, morrà in un incidente: toh!

 Strana la situazione in Terra Santa, dove venne costituito un emirato di Transgiordania con un esercito (Legione araba) comandato da un inglese, e che poteva essere indirizzato in una sola direzione: contro gli Ebrei che intanto giungevano in Palestina, protetti però dalla stessa G. Bretagna.

 Arabi e musulmani mostrarono, senza troppo scomporsi, evidenti simpatie per l’Asse italotedesco: e qualcuno questo fatto se l’è segnato in qualche eterno promemoria. Donde le continue guerre contro i regimi nazionalpopolari arabi di Iraq, Libia, Siria, e le devastazioni dette esportazione della democrazia: niente succede per caso!

 Finita la Seconda guerra mondiale, la G. Bretagna era fuggita a gambe levate, lasciando la Terra Santa al suo disordine, che dura tuttora. Gli Occidentali, e in testa gli USA, continuarono e continuano nella politica di ambiguità tra Arabi ed Ebrei. ONU e UE, sono enti inutili.

 Tutto dunque iniziò con Lawrence, ma non fu colpa di Lawrence.

Ulderico Nisticò