Lezioncina di storia soveratese, e Piano Spiaggia


Che bello, essere vecchietto, e poter ricordare quello che i giovani invece, per età, non possono. E siccome molti sono ancora vittime dei luoghi comuni, vi tengo una lezioncina di storia soveratese.

Ebbene, sì, è vero che fino agli anni 1980 gli stabilimenti balneari, o lidi che dir si voglia, c’erano solo a Soverato; il Lungomare, solo a Soverato; alberghi e ristoranti, solo a Soverato; locali di una certa qualità, solo a Soverato. E dico solo a Soverato da Reggio a Crotone a Taranto. Da questo derivano quelle dolci turbe psichiche dei Soveratesi che sono: “Quanta gente sul Lungomare!” (110.000, sparò qualcuno!), e “Perla dello Ionio”, e roba simile. Non è più così da 35 anni, ed è ora di prendere atto che il mare non c’è solo a Soverato; idem per lungomari e ristoranti e lidi, che si trovano in tutta la costa. E spesso migliori.

Quando i lidi c’erano solo a Soverato, ed erano pochi, erano, per l’epoca, decorosi. Da allora ne son sorti moltissimi altri, e il tutto senza una logica; e tanto meno un Piano Spiaggia, che, ripeto, è stato approvato, a favore di telecamere, nel 2020, e del quale nel 2023 non si vedono tracce.

Del resto, il PS è come il Piano Regolatore Generale, che, dopo decenni di chiacchiere, nacque, e malaticcio, quando a Soverato non restava più niente da regolare.

Torniamo alle spiagge. Sappiamo tutti che parecchi lidi sono stati attenzionati e sanzionati. Ogni singolo caso va discusso in tutte le sedi; ma tanti casi sono un problema cittadino; ed evidente segno che il sistema mostra non poche falle.

Falle che dovrebbero essere sanate dal PS; ma il PS, all’estate 2023, è rimasto sulla carta. Il motivo è… beh, di tutte le cose c’è sempre un motivo; ma non è una giustificazione. Intanto, applichiamo il PS, poi si vedranno le questioni europee e nazionali.

E applichiamolo a settembre 2023, così non succederanno interventi il 25 agosto 2024 come il 25 agosto 2023, ad estate finita.

Urge una riunione (UFFICIALE) di Comune, Guardia di Finanza, Carabinieri, Guardia Costiera e operatori del settore: argomento, applicazione del PS. E a settembre 2023 per il 2024, non a cose fatte.

Applicare il PS significa:
– controllare le concessioni, operazione che si fa tranquillamente in un paio di giorni di lavoro;
– nel caso di irregolarità di qualsiasi natura, intimazione a sanarle entro e non oltre il 30 aprile 2024, pena la chiusura;
– provvedere anche all’estetica, all’igiene, alla regolarità di assunzione del personale…
– indagare sui relitti di barche: ognuna ha un numero, che è come la targa delle auto;
– regolare anche l’accesso, con i parcheggi a pagamento. Non penso ovviamente alla follia dei tempi di Raffaele Mancini: mi bastano posti a pagamento (0,50 € l’ora) in alcune strade strategiche;
– serve ad evitare che i cortesi passanti (passanti, non turisti: il turista cammina a piedi) vaghino come anime in pena alla ricerca del parcheggio comodo, inquinando e spendendo benzina. Se vengono a Soverato per passeggiare, allunghino lo struscio di mezzo chilometro;
– è utile anche far capire a certi esercenti rimasti alla protostoria che il cliente non entra perché parcheggia davanti, ma perché merce o cibo sono buoni a prezzo giusto.

Eccetera. Ora una conclusione politica. Io non ho tessera di partito dal lontanissimo 31 dicembre 1994, quando Fini, e con lui altri che sono ancora in circolazione, assassinarono il MSI-DN per mettere al suo posto un aborto chiamato AN. Ho votato, in questi anni, per tanti; alle ultime politiche, FdI, ma solo il voto; alle ultime comunali, per Vacca, come del resto quasi tutti gli elettori.

E allora? E allora qualcuno la deve fare, ogni tanto, l’opposizione; s’intende, al solo scopo di migliorare Soverato. E già: l’opposizione consiliare tace come tartarughe; e i consiglieri stessi della maggioranza alzano la mano, quando ci sono. L’opinione pubblica, in questa città di superlaureatoni con otto master, è silenziosa come le giraffe quando chiacchierano con le triglie.

Lasciate lavorare me, allora; tanto lo faccio gratis, come tutte le volte che i Comune ha bisogno di me. Spesso.

Ulderico Nisticò