Liberté, Égalité, i migranti a te


Ho aspettato due giorni prima di scrivere questo cappuccino, non perché non sapessi cosa scrivere o mi servisse tempo per capire bene la vicenda, ma perché ho cominciato a ridere fino a farmi dolere le mascelle e non ho smesso per tutto il tempo delle dichiarazioni di parte francese che minuto dopo minuto si sovrapponevano senza colpo ferire. Sto parlando della ormai nota vicenda dello “scarico” di due migranti africani in un bosco di Claviere, sulle Alpi del Torinese al confine con la Francia, in pieno territorio italico.

Ho riso subito alla notizia trapelata dalle agenzie perché il pensiero che un ministro dell’interno chiuda i porti italiani agli sbarchi di migranti per imporre agli altri Stati europei di fare il loro dovere di membri dell’Unione, si scontra con il semplice concetto che se non li fai entrare dalla porta, riescono ad entrare dalla finestra. E con il supporto di quelli che, facendosi splendidi agli occhi dell’opinione pubblica con dichiarazioni umanitarie di ineffabile bellezza, di nascosto scaricano il peso neanche fossero scorie nucleari da sotterrare nella terra dei fuochi. E il bello è che ci sono italiani che credono che quegli Stati siano onesti solo perché si scagliano feroci contro un governo che antepone il nazionalismo ad un falso europeismo. Boccaloni!

Ho continuato a ridere quando la Francia ha dichiarato che la stazione di polizia di Bardonecchia era al corrente delle manovre della camionetta transalpina. E delle due l’una: o quando hanno chiamato alla stazione di polizia c’era solo il piantone e gli ha risposto “lasciateli nel bosco che appena rientra il collega lo mando a ritirarli” oppure la Francia mente sapendo di mentire, cosa che ovviamente sanno fare da centinaia di anni in maniera ineccepibile.

Le risate non sono finite quando ho sentito Macron, attraverso la sua occasionale portavoce nonché ministro degli Affari Europei Nathalie Loiseau, chiedere scusa per l’accaduto. E’ bene leggere per intero le dichiarazioni di ammenda della Loiseau: “La cooperazione tra Francia e Italia sulla migrazione è importante. Faremo in modo che questi incidenti non accadano più. Dalle prime informazioni si tratta di gendarmi arrivati da poco nella regione, che hanno avvertito la polizia italiana. Sono entrati senza volerlo in Italia. Abbiamo disposto un’inchiesta e un’ispezione. E’ stato un evento accidentale“. Quindi, la Francia chiede scusa, dichiara che i gendarmi erano novelli della zona, che comunque avevano avvisato la polizia italiana, ma sono entrati senza volerlo. Ma come? avvisi l’Italia, ma poi entri senza volerlo? Forse la polizia non ti aveva dato l’autorizzazione? Forse non ha risposto nessuno al centralino perché magari stavano guardando X factor? oppure, più semplicemente, hai sbagliato numero? Non vi sembra che qualcuno che ha la bandiera tricolore, ma al posto del verde c’ha il blu, ci sta prendendo per i fondelli?

Ma le risate più feroci le ho fatte quando, sempre dalla Francia, è arrivata la dichiarazione che in realtà i gendarmi, non conoscendo la zona, non credevano di essere in Italia. Qui, sul serio non mi sono trattenuto. Nel mio immaginario si è presentata la scena di Macron che ordina ai propri gendarmi di disperdere Hansel e Gretel nigeriani nei boschi francesi sperando che una strega dell’alta savoia, con la casa di marzapane, li ingrassasse e li cucinasse ben bene nella propria cucina di cioccolato e canditi. Perché è ovvio che non sapendo cosa fare di due migranti, la Francia li abbandoni nei propri boschi sperando che crepino di inedia e di freddo. O magari sperava che i due migranti attraversassero da soli la frontiera non accollandosi la responsabilità diretta di uno sconfinamento? Come a dire, o vanno in Italia oppure muoiono, comunque la Francia se ne libera. Qua, ovviamente, ho riso meno.

Le risate si sono trasformate in indignata incazzatura quando le dichiarazioni del freelance Maurizio Pagliassotti hanno risuonato come una sirena anti bombe nella mia coscienza. Ai microfoni de L’Aria che Tira ha dichiarato: “La Francia ha ammesso l’errore formale, ma questa è una prassi. Io sono testimone diretto della vicenda registrata nei giorni della scorsa Primavera, quando c’era lo scontro sulla irruzione all’interno della stazione ferroviaria di Bardonecchia: il via vai delle camionette francesi era in un rapporto di una all’ora. Quando filmavo questi scarichi di uomini e donne, venivo invitato dalla gendarmeria francese a mostrare i documenti“. Capito? Non si tratta di un episodio isolato, ma di un sistema putrescente ben consolidato che non lascia spazio a dubbi.

Questi sono i nostri vicini di casa, i nostri cugini, i campioni del mondo. Ebbene sì, sono i campioni del mondo, di calcio per meriti sportivi, di incivile disumanità per demeriti morali. E dal titolo non ho tolto “fraternité”, fraternità, per caso.

Bonne journée.

Gianni Ianni Palarchio (Blog)


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