Mameli: necessita un chiarimento


Goffredo Mameli, nato a Genova nel 1827, morì in combattimento a Roma il 6 luglio 1849; è l’autore, anche se non tutti sono d’accordo, di quello che oggi è detto Inno degli Italiani, e che è ufficiale, ma solo dal 2017.

Quello che bisogna chiarire è chi combatteva contro chi, nella Roma del 1849. E siccome il politicamente corretto è sempre in agguato, e magari anche l’ecclesiasticamente corretto, mi prendo la briga di raccontarvelo in breve.

1. Come Germania, Grecia, Belgio, Serbia, Montenegro, Romania, Ungheria, Irlanda, e senza fortuna la Polonia, anche l’Italia è pervasa da ideali patriottici.
2. Diverse sono però le ideologie e le ipotesi di realizzazione. C’era chi pensava a una confederazione fra Stati monarchici; chi propugnava riforme costituzionali liberali; chi pensava ad assetti repubblicani e in qualche modo socialisti.

3. Il conflitto tra liberali e democratici diviene violento con agitazioni in Francia, che portano alla caduta dei Borbone re di Francia e all’elezione di Luigi Filippo di Borbone Orléans a re dei Francesi: la differenza era sostanziale. Ma anche questa monarchia viene abbattuta da insurrezioni democratiche del 1848.
4. Dopo scontri anche armati, la Francia diviene repubblica, con presidente il capo del partito bonapartista, Luigi Bonaparte, alleato del partito cattolico; e con dura repressione dei democratici.

5. In Italia insorge la Sicilia contro Napoli, dove però Ferdinando II concede la costituzione liberale. Lo seguono papa Pio IX, il granduca di Toscana e Carlo Alberto re di Sardegna; mentre sono insorte Milano e Venezia.
6. La Sardegna entra in guerra contro l’Austria, e per un momento parve si creasse un’alleanza italiana con truppe borboniche, pontificie e toscane. Durò un lampo, con la sconfitta di Custoza.

7. Intanto a Napoli accadevano confusi scontri tra liberali e democratici da una parte, e re Ferdinando, l’esercito e il popolo dall’altra.
8. Il 15 novembre 1848 fu assassinato da sovversivi il ministro costituzionale di papa Pio IX Pellegrino Rossi. Il papa riparò a Gaeta, mentre veniva proclamata la Repubblica Romana con la presenza di Mazzini e di diversi altri repubblicani, tra cui Garibaldi.

9. Pio IX invocò il soccorso militare degli Stati cattolici, ma intervento effettuale fu solo quello di Luigi Bonaparte. Curioso che il presidente dell’assemblea repubblicana romana fosse suo cugino Carlo Bonaparte. Truppe francesi attaccarono Roma, e la presero durante un momento di tregua. Fu in questi scontri che cadde Mameli.
10. Da allora Roma fu protetta dalla Francia di Luigi poi Napoleone III. Per gli eventi del 1859 vennero annesse alla Sardegna la Romagna, Bologna e Ferrara.

11. Nel 1860, la spedizione sarda per fermare Garibaldi, chiese il passaggio, e al rifiuto papale attaccò le truppe papali a Castelfidardo e Ancona; donde l’annessione di Marche e Umbria con Rieti.
12. Lo Stato rimasto a Pio IX era minacciato. Francia e Italia avevano stabilito una Convenzione, per cui l’Italia non rinunciava a Roma, ma dichiarava di non ricorrere alle armi; e trasferiva provvisoriamente la capitale a Firenze. Garibaldi tentò un colpo di mano, venendo però sconfitto a Mentana e Monterotondo dalle truppe di Pio IX.

13. Nel 1870, Napoleone III attaccò la Prussia, ma fu sconfitto e fatto prigioniero. Ritenendosi sciolta da impegni, l’Italia attaccò Roma. Pio IX ordinò di resistere, per evitare che l’Italia potesse ritenere si fosse arreso. Accadde in quei frangenti la vicenda di Carlo Amirante, di cui abbiamo molte volte scritto e non ci ripetiamo. È in atto una causa di santificazione… in atto, per modo di dire, perché la procedura è insabbiata da decenni presso l’Arcidiocesi di Napoli, e nessuno muove un dito.
14. Pio IX e i suoi successori si dichiararono “prigionieri dello Stato italiano”, di cui non riconobbero l’esistenza; anche se intercorsero impacciati rapporti ufficiosi e di fatto.

15. Il governo fascista aprì trattative segretissime, che culminarono con l’annunzio improvviso della firma, l’11 febbraio 1929, dei Patti Lateranensi. Questi constano di un Concordato per le questioni religiose interne all’Italia; e, per quel che qui ci riguarda, di un Trattato internazionale di reciproco riconoscimento ufficiale tra Regno d’Italia e Stato del Vaticano indipendente, e che poneva fine alla questione romana. La Città del Vaticano è uno Stato sovrano, il cui capo politico è il papa.
16. Il consenso del 1929 fu universale… beh, quasi universale. Borbottò qualche raro cattolico democratico; eccepirono, come sempre contro ogni concordato da Napoleone in poi, alcuni cattolici tradizionalisti; mormorarono non pochi fascisti anticlericali; e, udite udite, si videro per la prima e unica volta nella loro turbolenta vita culturale d’accordo Benedetto Croce e Giovanni Gentile, che in senato votarono inutilmente contro. Il Concordato è stato rivisto nel 1984, ma non il Trattato.

17. Torniamo a Mameli. La Repubblica Romana venne stroncata, e quindi venne ucciso Mameli, dalla Repubblica Francese: fu uno scontro tra repubblicani, e più esattamente tra repubblicani liberali e repubblicani democratici [per i più informati: ripassatevi la Comune]; l’Austria c’entrò pochissimo, e per vederla “spennacchiata”, come si sente nell’inno, bisognerà attendere il 1918, e ben altri eventi.
18. Sarei curioso di sapere quanti ragazzini che vedete entusiasti nel cantare hanno la benché minima idea di un elmo; e sono quasi certo ignorino gli Scipio[ne], entrambi. E figuratevi il sangue polacco e il cosacco! Non ve lo dico: fatevi sotto, colleghi, spiegatelo!

Ecco i fatti, e ognuno li giudichi come vuole; però non è lecito a nessuno abborracciarli nel tentativo di accontentare tutti, inclusi Pio IX e Garibaldi e Mazzini. In Italia, va semplicemente raccontata la storia, come io, in queste disadorne righe, ho fatto. E sarebbe ora di una sana deideologizzazione.

Ulderico Nisticò