Mussolini


 Nasceva a Predappio il 29 luglio 1883 Benito Mussolini. Su di lui e sul fascismo sono stati scritti libri a centinaia; cosa pensi io del fascismo storico (1919-45), c’è un mio testo nelle librerie. Qui, nelle mie solite poche righe, voglio parlarvi dell’uomo Mussolini.

 Era di umili origini. Il padre, Alessandro, fabbro socialista, lo chiamò Benito in onore di una figura leggendaria tra i repubblicani e rivoluzioni del tempo, quel messicano Juarez che, nel 1867, aveva fucilato Massimiliano d’Asburgo, imperatore per poco tempo. Benito è la versione spagnola di Benedetto. Durante il Ventennio, e anche dopo, moltissimi italiani saranno chiamati così. Alessandro aggiunse Benito anche Amilcare e Andrea, in memoria di due socialisti.

 La madre, Rosa Maltoni, era una maestra elementare delle Scuole Normali. Lo stesso percorso di studi seguì Benito. La sua istruzione scolastica fu completata con un diploma di francese, e si fermò qui. Mostrò tuttavia una straordinaria capacità di assimilazione di ogni genere d’informazioni, che è stata definita giornalistica.

 Della nascita popolana si fece un vanto, rifiutando titoli nobiliari che, per quanto ormai nominali, ad altri fascisti piacquero. Quando nel 1924 il re voleva crearlo principe di Rodi, per aver ottenuto l’annessione dell’isola e del Dodecanneso, fece circolare questa battuta: “Io, principe Mussolini? Sarei il primo d’Italia a riderne”.

 Rideva raramente, o usava battute caustiche, non umoristiche.

 Tra i socialisti s’impose come punto di riferimento dei massimalisti, opponendosi alla burocratizzazione del partito e alla collaborazione con Giolitti. Da questo la sua scelta epocale per l’intervento nella Prima guerra mondiale, in cui vedeva un’occasione di eversione del sistema. Sergente dei bersaglieri, venne ferito in trincea per lo scoppio di una bomba.

 Il 23 marzo 1919 fondò i Fasci, divenuti poi Partito Nazionale Fascista; vi confluirono elementi di diversa provenienza, in mezzo ai quali Benito s’impose per la sua poliedrica capacità di sintesi.

 Assunto il potere… ma la storia, vi ripeto, leggetela e giudicatela come vi pare. Lavorava a palazzo Venezia, da dove pronunziava alle folle i suoi discorsi brevi e fulminanti, in uno stile che non lasciava spazio ad ambiguità e a quello che oggi chiameremmo il politichese. Alcune delle sue frasi si leggono ancora sui muri di tutta Italia, in ottima vernice d’altri tempi.

 Viveva a Villa Torlonia, donatagli in comodato. Convisse prima, e sposò prima civilmente poi anche religiosamente, con Rachele Guidi (1890-1979), da cui ebbe cinque figli. Di altre paternità si è spettegolato.

 Attraversò, infatti, molte vicende di donne, alcune delle quali possono dirsi amorose: Angelika Balabanov, esule russa, che fu importante per la formazione politica dell’ancora giovanissimo Benito; Margherita Sarfatti, ebrea, giornalista; Clara Petacci, che morì con lui. Non confuse mai le vicende private con il ruolo pubblico.

 In questo, venne trascinato da quell’atteggiamento che è stato chiamato il mussolinismo, e che in qualche modo mise in ombra lo stesso PNF. Era presente dovunque e in ogni circostanza, indossando uniformi, che portava con un fisico adeguato. Celebri furono foto di Mussolini aviatore, cavalleggero, inauguratore di città, mietitore e in costume da bagno per le vacanze estive.

 Continuò a scrivere per il suo giornale, Il popolo d’Italia, e per riviste europee e americane; pubblicò libri di grande successo.

 La morte, certamente avvenuta negli ultimissimi giorni della Repubblica Sociale, è stata raccontata in troppi modi perché siano credibili. Quello che è evidente, è che a moltissimi, in quel 1945, importava che Mussolini non potesse essere processato da vivo, come avevano annunziato gli USA. Provate a immaginare, come fece Mino Caudana, che l’imputato chiamasse a testimoniare Badoglio, Vittorio Emanuele III, Churchill, e vari esponenti della Chiesa con cui aveva firmato i Patti Lateranensi…

 …che, dimenticando che li aveva siglati lui, campeggiano nell’art. 7 dei principi fondamentali dell’attuale costituzione. Lo stesso per i Codici Penale e Civile, firmati da Mussolini; e per una lista infinita di leggi ancora in pieno vigore.

 Insomma, non era, e non è facile fare a meno di Benito Mussolini.

Ulderico Nisticò