Condanne pesanti sono state emesse dal giudice nel processo che vede imputati diversi collaboratori di giustizia considerati capi, gregari, sodali, affiliati alla cosca Giampà. Le accuse contestate spaziano dall’associazione a delinquere di stampo ‘ndranghetistico, omicidi tentati e consumati, furti, rapine, detenzione illegale di armi, estorsioni e ricettazione.
È arrivata così la sentenza per questo processo partito nel tribunale di Catanzaro a giugno dello scorso anno. Pene più pesanti, quindi, rispetto a quelle chieste dal pubblico ministero nelle scorse udienze a carico di diversi collaboratori di giustizia lametini per i quali il gup Claudio Paris, ha emesso condanne dai 20 ai 2 anni di reclusione.
La pena più pesante, a Giuseppe Giampà, ritenuto a capo dell’omonima cosca dopo la carcerazione del padre, Francesco Giampà “il professore”. In questo processo sono costituite parte civile, il Comune di Lamezia Terme, l’Ala, la Regione Calabria e alcune delle persone offese.