Nove milioni di turisti in Italia: e in Calabria?


 Nove milioni di Italiani faranno turismo tra Natale e Capodanno. Alla faccia della crisi economica!!! Buon divertimento: ma di questi nove milioni, vorrei sapere se, ed eventualmente se, quanti vengono o verranno in Calabria. A oggi, Vigilia, ho saputo a stento di qualcosa a Tropea: fine.

 Se, come penso, o smentitemi, è così, si conferma: quello che in Calabria chiamiamo turismo è balneazione d’agosto, con rare frequentazioni di altre categorie di industria del forestiero. Balneazione, che nemmeno merita il nome di turismo estivo, ma è solo fare il bagno; e alloggiare in strutture approssimative, e spessissimo in nero come la pece.

 Scarso e disorganizzato è il turismo di altra natura: montano, di salute, termale, religioso, dei borghi, esperienziale, enogastronomico…

 Il turismo culturale è una grandissima potenzialità utilizzata poco; e lo sarà sempre, fin quando l’immagine della Calabria sarà affidata agli intellettuali depressi (o che la parte del depresso la recitano bene!!!); ai film in falso dialetto con sottotitoli in piatto italiano; all’antimafia segue cena; e, in alternativa, a un buonismo cui non crede nessuno perché non esiste da nessuna parte del mondo, figuratevi in Calabria…

 La Magna Grecia, di cui tutti si riempiono la bocca, è conosciuta solo dagli specialisti, e anche da loro solo in ciò di cui sono specialisti, che non è assai. In particolare, è quasi ignota la vicenda storica. Del periodo imperiale romano si parla male senza alcuna nozione, e sbagliandosi clamorosamente.

 Il lunghissimo periodo di appartenenza all’Impero d’Oriente… tutti monaci e unicamente monaci; il che a chiunque dovrebbe apparire una stupidata anche sotto l’aspetto diciamo biologico: ma in Calabria c’è un ecclesiasticamente corretto che è anche peggio del politicamente. Medioevo normanno e svevo e angioino e aragonese? Mai sentito nominare. Sui secoli dal XVII all’attuale, cala la più fonda notte, tranne qualche generico piagnisteo.

 Ah, dimenticavo. Gli emigrati di ormai terza generazione non si sentono minimamente né obbligati né attratti a tornare in Calabria, e fanno le vacanze come tutti gli altri, dove vogliono. Il turismo delle radici, finora è servito a tenere convegni per i soliti amici.

 A proposito: buon Natale.

Ulderico Nisticò