Quando venite in Calabria


Nei giorni scorsi mia figlia, una laureanda in scienze politiche di 23 anni, in seguito alla presentazione di diversi curriculum vitae, ha ricevuto una proposta di lavoro da un villaggio turistico di una nota località balneare del tirreno calabrese. Gli si offriva un incarico di reception presso la struttura e gli veniva richiesta la buona conoscenza della lingua inglese (oltre che l’inglese conosce anche lo spagnolo), bella presenza valutata con l’invio di diverse foto e capacità di relazionarsi. Vista la distanza della propria residenza abituale gli veniva offerto anche un posto letto per tutta la durata della prestazione. I termini contrattuali erano i seguenti, 9 ore di lavoro al giorno per 30 giorni senza alcuna libertà settimanale per euro 400. Per due mesi di lavoro continuativo la retribuzione sarebbe quindi stata di euro 800. Oltre alla pretesa di personale qualificato questo datore di lavoro avrebbe sfruttato una lavoratrice a conti fatti per 1,5 euro l’ora. Ovviamente mia figlia ha rifiutato l’offerta capestro ma guardandosi intorno, di questo periodo, per la gioia di turisti ed emigrati ma soprattutto per quella di esercenti senza scrupoli, sono migliaia i ragazzi e le ragazze che lavorano in lidi, villaggi, ristoranti, pizzerie, discoteche, supermercati, ecc. per poco meno di 400 euro mensili. Non si tratta di casi sporadici ma della norma, di una voragine che inghiotte il tempo e le forze di intere schiere di giovani che col tempo si sono pure convinti che quello è il giusto prezzo delle loro prestazioni. Mi chiedo come mai la solertissima guardia di finanza non esegua a campione dei controlli, come mai si evita di verificare, perché si sceglie di chiudere gli occhi essendo ben consci della portata del fenomeno.
Cari turisti quindi, quando venite in Calabria a soggiornare, sappiate che il cameriere della pizzeria, il bagnino che vi pianta l’ombrellone, il barista che vi prepara il caffè, la ragazza carina della reception di un villaggio di lusso, ecc. nonostante le apparenze sono persone sottopagate, sfruttate, vessate da un sistema colluso e corrotto. Sappiate che dietro ognuno di questi ragazzi esiste una storia familiare spesso non felice ma non sentitevi la coscienza a posto con una lauta mancia.

 Anche nella nostra bella Soverato e in tutto il circondario la musica sembra non cambiare, per un posto di commessa in uno dei tanti esercizi commerciali le retribuzioni sono letteralmente da fame, a poche centinaia di euro per un mese intero di lavoro fanno da contraltare guadagni da nababbi di commercianti senza scrupoli che viaggiano su auto di lusso di grossa cilindrata e d è per questo che vorrei che i tanti ragazzi sfruttati aprissero gli occhi una volta per tutte e avessero il coraggio, una volta per tutte di dire NO con l’auspicio che simili comportamenti di vile servilismo di tardo medioevo vengano definitivamente smantellati.

Saluti

M.G.


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