Quante Macedonie… e uno a zero


 Io non m’intendo di calcio, però la penso così: è ora di pagare di meno i calciatori e farli giocare di più; e, possibilmente, italiani! Ora mi consolo con la storia.

 Quelli che hanno studiato, quando sentono Macedonia pensano ad Alessandro Magno; i buongustai, allo spezzatino di frutta. Le due cose sono molto meno distanti che non si creda.

 I Macedoni compaiono in Erodoto, il quale narra che il loro re, Aminta I, nel 480 era vassallo dei Persiani, però di nascosto si recò nel campo greco a far sapere che i suoi sentimenti erano “filelleni”, e così venne poi soprannominato. I Greci, per vario tempo, si chiesero se i Macedoni, e con essi gli Epiroti, i Molossi e altri settentrionali, fossero o no dei barbari; ma è certo che i sovrani e i nobili di questi popoli si adoperarono in ogni modo per farsi accettare come greci. I re dei Molossi si crearono un albero genealogico da Neottolemo, o Pirro, figlio di Achille; i re di Macedonia, da Argo e da Ercole, e pertanto ottennero dagli Ellanodici di partecipare alle Olimpiadi, venendo così dichiarati greci anche ufficialmente.

 Conosciamo poco della lingua macedoni, però già Aminta è un nome greco (Ἀμύντας, da ἀμύνω, respingo il nemico); e troviamo Tolomeo (Πτολεμαῖος, guerriero); Alessandro (Ἀλέξανδρος, che respinge il guerriero; ed è l’altro nome di Paride); Achilla (Ἀχιλλᾶς, variante di Ἀχιλλεύς); Παρμενίων (παρὰ μένω, che sta a fianco); e il ben noto Filippo, amante dei cavalli; ma Perdicca e altri non ci paiono nomi greci.

 Filippo II, alleato dei Tessali, conquistò gli attuali Balcani; e superò l’opposizione di Atene e di Demostene. Venne ucciso nel 336, in circostanze che suscitarono e suscitano molti dubbi. Alessandro, figlio suo se non di Zeus, annienterà Tebe, conquisterà l’Impero Persiano e parte dell’India. Morì giovanissimo, e i suoi generali combatterono per dividersi il dominio; e crearono i Regni ellenistici: Egitto, Siria, Macedonia, e quelli di Battriana e India.

 S’intende ellenistico uno Stato la cui classe dirigente politica e culturale è di lingua greca koinè, comune, fondamentalmente attica; e che sarà la lingua veicolare dell’intero Mediterraneo. I re e nobili sono, detto in generale, di discendenza macedone: e se qualcuno ne dubitasse, mediti sull’imponente naso di Cleopatra, attestato dalle monete, e a riprova che la regina ci teneva!

 La Macedonia propriamente detta fu, dal II secolo a.C., una tranquilla provincia romana; seguì le sorti dell’Impero d’Oriente, e fu esposta ad invasioni di Bulgari e Albanesi e Slavi; e conquistata dai Turchi.

 Nella prima metà dell’Ottocento, la Grecia e le Nazioni balcaniche di Montenegro, Romania, Serbia divennero indipendenti, tutte aspirando ai vasti territori che, in mancanza di altri nomi, gli Europei chiamarono Macedonia, e la cui situazione etnica e religiosa era frammentata e indistricabile. I diplomatici definivano ciò situazione balcanica, espressione passata in proverbio per ogni caso simile; e qualche cuoco di bella fantasia battezzò “macedonia” la sua zuppa di diversissima frutta costretta a convivere in una coppa bagnata di liquore. Vedete com’è curiosa la storia?

 Nel 1878, rischiandosi una guerra europea, Bismarck dimostrò come la pace si possa proporre e imporre. Riunito il Congresso di Berlino, disegnò i confini degli Stati; e lasciò alla Turchia la “Macedonia”, per evitare appetiti e tensioni di tutti i vicini e loro alleati lontani: Austria-Ungheria e Russia.

 Le non meno complicate vicende delle due Guerre Balcaniche del 1912 e 13, e della Prima guerra mondiale fecero sì che il territorio venisse spartito come possibile e in modo precario. La Macedonia, ridottissima di territorio (25.713 kmq, quanto la Puglia), finì parte della Iugoslavia di Tito.

 Dissoltasi la Iugoslavia nel 1991, la Macedonia si rese indipendente… e fin qui, passi, anzi non subì gli orrori di Bosnia, Cossovo e Serbia, inclusi gli interventi umanitari della NATO a colpi di uranio “impoverito”… ma siccome tutti abbiamo dei nemici, anche il piccolo nuovo Stato si trovò la Grecia, la quale lamentò non confini o altri interessi, ma il nome. Già, come se (prima o poi succederà) la Corsica piantasse in asso la Francia, e la Francia dovesse finalmente ammettere che i “Bonapart”, erano Buonaparte, corsi di origine toscana, e senza una goccia di sangue francese. Lo stesso sarebbe per la Grecia, la quale non voleva ammettere che Alessandro Magno fosse estero!

 Fu così che la Grecia si riempì di scritte dovunque, anche sui posacenere, con ἡ Μακεδονία εἶναι Ἑλλάς, greco moderno ma ancora scritto all’antica: “la Macedonia è Grecia”. Aveva ragione Aminta I Filelleno?

 Comunque fu così che, dopo lunghe discussioni, per superare i veti ellenici a UE e NATO, i Macedoni dovettero accettare di chiamarsi non Macedonia, bensì Macedonia del Nord: davvero una furbata!!! E poiché scrivo mentre, a sangue amaro, ho visto la partita, noto che i telecronisti ben si guardano dal dire Macedonia senza continuamente aggiungere del Nord.

 Amarissimo nel concludere sia questo pezzo, sia la partita. Macedonia del Nord batte Italia, uno a zero. E l’Italia, a casa.

Ulderico Nisticò