Ricordo del filosofo Gianni Vattimo


Anno Domini 2014, gli alunni del liceo “Majorana” di Girifalco incontrano il filosofo Gianni Vattimo. Il filosofo arriva a Girifalco grazie a un progetto (Incontro con l’Autore) della scuola Il referente è il sottoscritto.

A me, dunque, l’onore e l’onere non solo di accoglierlo, ma anche di presentarlo agli studenti e a tutti i presenti, che quel giorno erano numerosissimi n ei locali dell’ex cinema Ariston. Il maitre à penser del Pensiero Debole si presenta con il suo solito piglio gioviale e ironico.

Risponde a tutte le domande che gli rivolgono i ragazzi. I riferimenti a Nietzsche sono frequenti. Chissà perché. Mentre nessuno gli chiede, per esempio, di Heidegger. Vattimo è stato uno dei primi intellettuali europei a ridare dignità filosofica e storica a Nietzsche, ingiustamente accusato di antisemitismo e di ispiratore del nazismo.

Prima di lui, forse Alain De Benoist, aveva tentato una simile operazione. Un incontro con un pubblico curioso e attento, dicevo, quello di 9 anni fa col filosofo di origini calabresi, che era stato anche candidato alle comunali di San Giovanni in Fiore senza essere eletto (O tempora…).

Ma il meglio di sé, Gianni Vattimo, lo ha dato a tavola, una sera in un ristorante di Girifalco. Per l’occasione ho voluto omaggiarlo con tre bottiglie di Magno Megonio, uno dei vini rossi più corposi della nostra Calabria, che lui apprezzò molto e che bevve con piacere insieme agli altri commensali.

Parlammo a ruota libera, del suo pensiero debole, del suo rapporto con il cristianesimo e con il marxismo. Ci raccontò di come la sera, prima di addormentarsi, recitava i salmi, del suo impegno politico, del suo lavoro di divulgazione della filosofia. Non mancarono le amenità, le risate, le barzellette.

Ricordo la sua risposta alla domanda: cos’è la verità? una domanda che considerammo banale e, forse, stupida, ma che lui prese con grande serietà. Rispose che la verità porta fuori strada qualsiasi discorso, che forse converrebbe parlare di libertà, un argomento che lui considerava più concreto e più reale. Meglio combattere per la libertà, anziché per la verità.

Diede, ovviamente, le sue ragioni, argomentando con convincenti riferimenti storici e filosofici. Di quelle due serate conviviali, ricordo ancora un Gianni Vattimo legato alla Calabria, a una terra che lui avrebbe voluto contribuire a far rinascere, ma che gli è stato impedito. E lo diceva con un punto di tristezza e di ironia.

Pino Vitaliano