Rivolte popolari e voti contro Bruxelles


 La Francia è in piena insurrezione, e non può essere solo per il prezzo della benzina: sta emergendo una dolorosa verità, che in uno dei due Stati più ricchi dell’Unione ci sono enormi sacche di indigenza, di gente che non sa come mangiare. Principi di rivolta si annunziano anche altrove.

 La Francia è da sempre abituata alle insurrezioni violente, che invece sono storicamente rare in Germania e quasi inesistenti in Italia. Ma dove la gente non si batte per le strade, lo stesso sta protestando con un metodo tecnicamente pacifico, ma ancora più radicale: il voto! Chi me lo diceva che, in vecchiaia, sarei divenuto un estimatore della democrazia? Ahahahahahah!

 In Italia, lo scorso 4 marzo, e nelle tornate seguenti ancora peggio, sono stati duramente battuti i partiti che, per capirci, si riassumevano nel motto “ce lo chiede l’Europa”, cioè il Partito Democratico, Liberi e uguali, Più Europa e Forza Italia; mentre hanno trionfato, e crescono, movimenti fieramente critici nei confronti di Bruxelles: 5stelle, Lega, Fratelli d’Italia. A Bolzano, Casa Pound ha preso voti quanto Forza Italia: non so se è chiaro!

 Da notare che i partiti “ce lo chiede… ” avevano dalla loro, e hanno ancora, tutta la stampa, le tv, gli intellettualoni; e, a proposito di immigrati… beh, mi fermo perché mi fermo. Ebbene, la gente se ne è impipata rotondissimamente, e ha votato lo stesso 5stelle, Lega, Fratelli d’Italia.

 In Germania, la Merkel ha buscato immani batoste. E non parliamo di Polonia, Ungheria etc. Tornando alla Francia, Macron è dato al 23%. Ah, ci si è messa pure l’Andalusia.

 Insomma, è in atto una rivolta, non so se contro l’Europa, certo contro l’apparato burocratico; certo contro il concetto scolastico che i conti devono tornare, e non importa a che prezzo, e se in Italia, in Italia e non in Uganda, vagano cinque milioni di poveri assoluti e nove, beati loro, “relativi”; e se in Francia e Germania, che, a sentire loro, sono i Paesi del Bengodi e dell’Eldorado, c’è tanta gente che patisce la fame.

 E quale soluzione propone, Bruxelles? Et voila: aumentare le tasse! E chi non paga le tasse, si vede pignorare il letto e il pitale: con il risultato che le varie Equitalia eccetera accumulano enormi mucchi di pitali e letti pignorati, che non riusciranno mai a vendere!

 Metteteci poi che, in un’Europa che non sfama i suoi, i sognatori vogliono far arrivare milioni di nullafacenti, cellulare all’orecchio h/24.

 Bisogna dunque ripensare l’Europa, e togliere il potere a chi ragiona con i numeri sulla carta, e darlo a chi opera per e nell’economia reale: economia (οἰκονομία), governo della casa, produzione di beni reali e tangibili, non di carte e numeri nominali. I numeri non si mangiano, non vestono le persone, non mandano i figli a scuola, non curano gli ammalati… Sono solo numeri, e l’euro, se dietro non ci sono beni reali tipo pasta pane carne pesci… l’euro è solo chiffon de papier, pezzo di carta.

Ulderico Nisticò


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